mercoledì 18 novembre 2009

"Acqua ai privati: la fiducia passa alla Camera con 320 sì e 270 no"

Il provvedimento è definitivo!!!
La Camera dice sì alla privatizzazione dell'acqua potabile. Dopo l'approvazione avvenuta in Senato, il sì dei deputati alla fiducia posta dal governo, licenzia definitivamente il provvedimento con 320 sì e 270 no.
Già annunciato un referendum da parte di numerose associazioni dei consumatori e ambientaliste.
Alla Camera è in corso il voto di fiducia per l'appello nominale. Vi immaginate cosa potrebbe succedere se l’acqua del rubinetto fosse equiparata al gas, all’elettricità, o a una linea telefonica, e fosse venduta a prezzi sempre più alti e venisse, magari, negata a un cittadino perché moroso nei confronti del gestore che eroga il servizio idrico???
Sembra uno scenario paradossale eppure è quello che potrebbe succedere nel giro di poco tempo.
La norma che apre la strada alla privatizzazione del bene più prezioso al mondo apre scenari veramenti paurosi, il Comitato Pro Acqua si affianchera' in maniera inequivoca alle decisioni che prendera' il forum italiano,intanto l'associazione Federcontribuenti annuncia lo sciopero fiscale, e ci delude un po'l'Antitrust che si esprime in senso positivo.


"Positivo, ma serve un'autorità di controllo"
"Mi sembra un buon provvedimento", ha dichiarato Antonio Catricalà, presidente dell'Autorità di garanzia per la concorrenza e il mercato, "l'acqua rimarrà un bene pubblico ma il servizio finalmente viene liberalizzato, il che non vuol dire necessariamente privatizzato, ma che si apre ai privati la possibilità di esercizio in questo servizio essenziale". Sul rischio di un aumento delle tariffe ha aggiunto: "è una preoccupazione che condivido se non ci sarà il controllo e la verifica da parte di un'autorità indipendente: se invece sarà chiaro di chi sarà la responsabilità - ha concluso Catricalà - spero che queste preoccupazioni possano rivelarsi infondate".


Federcontribuenti: "Pronti allo sciopero fiscale"
"Se sarà approvata la norma sulla privatizzazione dell’acqua, lanceremo una campagna nazionale per l’autoriduzione delle imposte da pagare con la prossima dichiarazione dei redditi", è quanto ha dichiarato Carmelo Finocchiaro, presidente di Federcontribuenti in relazione a ciò che sta avvenendo in Parlamento. "Alla Camera se verrà approvata questa norma, si consuma lo stravolgimento dei principi costituzionali e dei diritti universali inviolabili per ogni essere umano", aggiunge il presidente Finocchiaro, "ci impegneremo a fondo per lo sciopero fiscale e l’autoriduzione delle imposte da pagare. Un atto di legittima difesa".
Federconsumatori e Adusbef: "Atteggiamento irresponsabile"
Anche le associazioni dei consumatori si oppongono al provvedimento. "Ci opporremo in maniera molto determinata a tale operazione", dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti di Federconsumatori e Adusbef, "e metteremo in campo tutte le iniziative in nostro potere perchè tale misura non diventi operativa, a partire dalla raccolta di firme per un referendum abrogativo". E aggiungono all'unisono: "Trattare il tema dell'acqua così come si sta facendo in questi giorni in Parlamento è francamente irresponsabile. Non vi è solo una questione di metodo, per cui si intende liquidare alla svelta la questione anche attraverso ipotetici voti di fiducia, ma vi sono anche questioni di merito assai rilevanti. Prima fra tutte la decisione di privatizzare in termini definitivi e tassativi la gestione del servizio idrico, passando cioè da un monopolio naturale a un monopolio privato, senza poter contare, in questo modo, sulla concorrenza di mercato e, secondo l'esperienza che nel Paese già si è fatta, determinando maggiori tariffe per questo servizio". "La seconda questione - concludono Federconsumatori e Adusbef - è che tale legge espropria i poteri degli enti locali in merito al servizio idrico".


Cittadinanzattiva: "L'acqua non è una merce"
Della stessa idea anche Cittadinanzattiva. "Piuttosto che un frettoloso decreto legge - sollecita Teresa Petrangolini - si avvii un serio iter parlamentare sulla riforma del servizio idrico con alcuni punti fermi: acqua bene pubblico e non merce, diritto all'accesso minimo garantito, divieto di spreco, coinvolgimento delle associazioni dei consumatori e degli stessi cittadini nella determinazione e nel controllo degli standard di funzionamento del servizio, come peraltro previsto dal comma 461 della Finanziaria 2008".



La partita non è ancora chiusa!
“La norma sancirà la totale privatizzazione dell’acqua”, spiega a il salvagente.it Paolo Carsetti, segretario del Forum italiano dei movimenti per l’acqua. E precisa: “Con questo provvedimento si stabilisce che ogni servizio pubblico di rilevanza economica deve essere ceduto a una società privata o a un ente misto, pubblico e privato, che preveda la partecipazione privata almeno al 40%”.


La Puglia prende un'altra strada
L’acqua, però, non è una merce e in nessuna legge in vigore in Italia viene definita un servizio “di rilevanza economica”. Questo significa che nella norma per la privatizzazione dell’acqua esiste una smagliatura, un buco che in futuro potrebbe permettere agli enti locali di mantenere la gestione dei servizi idrici, purché vengano varate norme in cui si stabilisce che l’erogazione dell’acqua non è un servizio di “rilevanza economica”.
In questa direzione si è già mossa la Regione Puglia. Il 20 ottobre scorso, infatti, è stata approvata una delibera che ribadisce il regime pubblico, e non privato, dell’acquedotto pugliese, il più grande d’Europa.

Musica


MusicPlaylistView Profile
Create a playlist at MixPod.com

Visualizzazioni totali