sabato 31 luglio 2010

ISTANZA DI AVVIO ISTRUTTORIA INVIATA DAL COMITATO ALLA CONVIRI PER GLI AUMENTI TARIFFARI DI UMBRA ACQUE: DAL TRASPORTO AUTOBOTTI ALLA DEPURAZIONE




Alla prima istanza inviata alla CONVIRI in data 04 Febbraio 2010 seguì un riscontro telefonico con promessa di approfondimento della questione nella sua totalità.
Alla domanda non seguì riscontro scritto, sotto il testo integrale della nostra richiesta recentemente reinoltrata formalmente alla Commissione:
Gualdo Tadino
02 Agosto 2010


Spett.le
Comissione per la Vigilanza sull’uso delle risorse idriche


OGGETTO: AUMENTI TARIFFARI ATO Umbria 1 e rapporto tra Autorità d’Ambito e Gestore Umbra Acque S.p.A.

Egregi Membri della Commisione di Vigilanza,

Con la presente la scrivente è a sottoporre alla Vs. Cortese attenzione, in riferimento alle competenze che la Legislazione vigente vi conferisce, quanto richiamato in oggetto e di seguito argomentato.

In data 06 Febbraio 2009 (delibera n.5 del 06/02/2009) l’Assemblea dei Sindaci della ATO Umbria 1 ha deliberato ulteriori aumenti tariffari che il Gestore Umbra Acque S.p.A. ha applicato ai Cittadini serviti nei 38 Comuni di propria competenza per l’anno 2009.
Verificando la delibera in questione, da un nostro calcolo, si evince un aumento pari al 2.85 % oltrechè del tasso di inflazione a cui si aggiunge un altro aumento del 2.15% ed un icremento inerente il canone di depurazione.
I firmatari della presente, insieme alle tante realtà territoriali impegnate per la salvaguardia dell’Acqua ed il contrasto alle politiche di mercificazione della stessa, hanno avviato un proprio studio per l’approfondimento sia del Metodo Tariffario e la legislazione vigente di riferimento, sia degli impegni sottoscritti al momento del conferimento tra il Gestore Umbra Acque S.p.A. e l’ATO Umbria 1.
Proprio dallo studio degli atti deliberativi, la scrivente nutre seri dubbi sulla correttezza e la conformità alla normativa vigente di riferimento.

Di seguito elencati alcuni punti su cui si sta riflettendo:

1) Nel periodo di crisi idrica 2007/2008 (dichiarato con DPCM 4/3/2007 e 28/12/2007, e DPCM del 27/6/2008 e la delibera della Giunta Regionale Umbria n. 844/2007), sono stati spesi €1.544.624,24 (per acquisto beni e servizi) per gli approvvigionamenti di acqua mediante autobotti nei territori che hanno necessitato di tale servizio. La copertura delle predette spese hanno determinato, secondo quanto testualmente riportato nella Delibera n.5 del 06.02.09, la necessità di un incremento tariffario per il 2009 pari al 2.15% da destinarsi a finanziare parte (€ 1.213.780,00) delle spese sostenute dal gestore per il servizio autobotti, poichè il limite massimo d’incremento non consente la copertura integrale della spesa ritenuta ammissibile.
C’è da precisare che oltre ai provvedimenti tecnico-amministrativi adottati a partire con l’Ordinanza n. 3598 del Presidente del Consiglio del 15/06/2007 con cui è stato dichiarato lo stato di emergenza per la crisi idrica nei territori dell’Italia centro settentrionale, tra cui è stata compresa la Regione Umbria, la quale a sua volta ha adottato i provvedimenti di cui sopra, sono stati stanziati fondi per affrontare l’emergenza di cui sopra.
Quindi ci chiediamo anche se questi fondi avrebbero dovuto essere in parte spesi per il pagamento delle autobotti di cui sopra e la questione ci sembra essere un rafforzativo della richiesta della verifica della legittimità o meno di tale aumento in bolletta.
2) Inoltre l’ATO Umbria 1 nella suddetta Delibera n. 5 del 06.02.09, vista la Sentenza della Corte Costituzionale n. 355/2008 che ha dichiarato l’incostituzionalità delle norme che impongono il pagamento della quota della quota della tariffa riferita alla depurazione anche in caso di mancata esplicazione di tale attività, ha ritenuto necessario un incremento della quota della tariffa del servizio idrico integrato, riferita alla fognatura/depurazione, per coloro che utilizzano il predetto servizio allo scopo di RIEQUILIBRARE PER IL 2009 IL MINOR INTROITO DERIVANTE DALL’OSSERVANZA della suddetta sentanza in MISURA ADEGUATA A GARANTIRE IL RIPRISTINO DEGLI EQUILIBRI (?), come testualmente riportato alla pagina 4 della citata Delibera dell’ATO Umbria 1. In questo caso ci chiediamo se l’aumento della tariffa della depurazione e le sue motivazioni a carico di chi usufruisca del servizio siano legittime e se il Gestore non sia obbligato a stabilire norme (tempi e modalità) per la sua restituzione a chi non avrebbe dovuto pagare il canone di depurazione.

I Membri del Comitato Pro Acqua Gualdo, sottoscriventi la suddetta richiesta, si rendono disponibili per gli eventuali approfondimenti di merito ed avanzano alla ConViRi formale richiesta di approfondimento e verifica, con i proprio strumenti, del rispetto ed applicazione della normativa vigente da parte dell’ATO Umbria 1 e, analogamente per la parte di competenza, del Gestore Umbra Acque S.p.A.

Cordialmente

IL DIRETTIVO DEL COMITATO PRO ACQUA GUALDO

venerdì 30 luglio 2010

"MA PERCHE NO?"





A Gualdo Tadino c’è in atto un processo di ricerca di forme di energie alternative e rinnovabile che purtroppo sta anche puntando il dito verso scelte che noi, come Comitato P A G, non condividiamo. Ci riferiamo in particolar modo al tema riguardante il maxi Eolico, ma molto di più l’impiego delle biomasse in impianti a gassificazione.
 

La nostra preoccupazione è dovuta
 
1)       Ai risvolti che la conseguente qualità di aria, acqua e suolo potrebbe avere sulla salute di noi tutti e delle generazioni future, con particolare riferimento alla questione dell'accumulo delle sostanze
2)       Al rischio di probabile disboscamento (non è rinnovabile il disboscamento delle nostre montagne!), la eventuale destinazione di aree alla monocoltivazione (tipo quella a sorgo) con sottrazione di biodiversità e sfruttamento dei terreni (con la monocoltura).
3)        All'ingente materiale da utilizzare trasportato con mezzi pesanti, alla possibile qualità del materiale da usare (potrebbe coinvolgere anche la porzione organica dei rifiuti solidi urbani),
4)       Alla possibilità della mano legislativa che, intervendo a norma di legge, ha fatto riconvertire il 90% delle centrali a biomasse (termovalorizzatori a biomasse) verso l'inceneritore vero e proprio dopo il primo periodo di rodaggio iniziale,  questo succede quando gli imprenditori cominciano a lamentare grandi difficoltà a reperire le biomasse necessarie per far funzionare continuamente gli impianti.
 
Senza il contorto meccanismo dei Certificati Verdi e dei CIP6 la resa energetica di simili impianti su larga scala sarebbe così bassa da non invogliare nessun imprenditore!
 
I rischi appena elencati sono troppo elevati e per di più a fronte di benefici collettivi molto aleatori e poco soddisfacenti. Per ora ciò che è chiaro è l'intento di massimizzazione degli utili dei proponenti in base agli incentivi alla produzione di elettricità dalle biomasse.
Abbiamo bisogno di energia e questo lo sappiamo ma non è possibile pensare x esempio alla microgenerazione diffusa? E' possibile pensare a Gualdo ben esposta, come tutte le zone dell'Italia centrale, al sole a sfruttare capillarmente e con impianti più piccoli tutte le possibili fonti esistenti in natura? L'impatto imbientale sarebbe minore? La ricchezza più diffusa su larga scala?
Potrebbe una fabbrica di ceramica, un rivenditore di macchine utilizzare il suo tetto e il suo spazio per micro pale che permettano l’autosostentamento energetico? O un ex operaio Merloni o qualsiasi altra persona potrebbe  pensare ad un'azienda agricola che si autosostenga energeticamente con il propiro digestore anaerobico (impiego nobile di biomasse!), la sua pala eolica ed i suoi pannelli fotovoltaici con il sostegno di fondi CEE e la possibilità di rivendere la sua eccedenza energetica? Micro pale eoliche sulla scia di paesi tedeschi che si autosostengono in questo modo e riescono anche a rivendere l'energia in eccedenza? Ma perche non si vuole privilegiare il singolo cittadino? perche ce' sempre chi deve speculare su' queste grandi opere,sempre e cmq. 
Perché per esempio per la creazione di posti di lavoro non si e' voluto prendere in esame la nostra seria proposta di costituire un centro di riciclo dei rifiuti, in cui il problema rifiuto diventa opportunità di lavoro per il territorio, con ricaduta diretta nelle casse del Comune e ad impatto zero per la salute pubblica e l’ambiente,perche no? PERCHE?
Noi siamo pronti a scendere in campo ed informare dettagliatamente la gente di Gualdo del progetto che si vuol mettere in atto fuori dagli squilli di trombe della magnificenza linguistica della nostra Amministrazione. Quali sono i vantaggi che ne trarrebbe il cittadino? Quanti posti di lavoro?
Vorremmo chiedere al nostro Sindaco(sempre garbatamente e mai scortesi) per esempio, se si potrebbe occupare della valutazione di  tutti i possibili aspetti di impatto e, in specifico, di  quelli  che strettamente gli competono come primo garante della salute pubblica dei suoi cittadini!!!
Richiederemo valutazioni complessive serie ed approfondite, non sommarie o parziali, sul bilancio dei gas serra relative a tutto il ciclo coinvolto nella produzione della energia da biomasse e non solo quelle inerenti l'impianto in sé,studi sull'accumulo  di contaminanti ambientali dagli ossidi di Carbonio passando per i metalli pesanti e alla famiglia delle diossine, delle polveri sottili ed ultrasottili e di tutti i loro possibili effetti sulla salute, sulle coltivazioni nei terreni e sulle “falde acquifere.”
Ci sarebbe tanto altro da dire, questo comunque è già sufficiente per chiarire la posizione di opposizione seria che siamo pronti a portare avanti senza continuare a pensare "povera la nostra Gualdo e le generazioni a venire!" e soprattutto senza continuare a vedere che nessuno ci tutela... tra cave ed acqua regalata ci mancava solo l'arrivo del pericolo di una devastazione dei terreni, aria ed acqua con tutti i rischi che ne conseguono per la salute!
Esistono tante politiche del fare, oltre a quelle del non fare: quelle del fare il bene pubblico, di fare una politica veramente innovativa sul territorio no  obsoleta.
Esiste un fare serio, rispettoso dell’ambiente e che riesce a portare  il suo frutto a cascata sulla gente!
La politica che non si infarcisca di serio e moderno ambientalismo nasce vecchia e è di durata circoscritta e limitata.
L’ambiente nella politica non può essere un problema, perché il suo rispetto è fondamentale per la nostra sopravvivenza e ci può fornire opportunità per un moderno sviluppo sostenibile.
Non si possono cogliere le opportunità dall’uso del termine "verde" BIO, per lasciare in cambio alla comunità poche briciole e sicuramente un ambiente e salute compresa sempre peggiori.
Speriamo tutti di venire ascoltati,perche e' molto importante sottolinearlo,noi non siamo stati mai quelli del no a priori,siamo quelli delle proposte vere e concrete,noi non siamo un partito non siamo un ente privato,non siamo imprenditori, noi abbiamo soltanto da perdere, perche mettiamo sempre la faccia, ma fieri e orgogliosi di tenere il viso ben alto, perche vogliamo solo ed esclusivamente il bene della comunita' intera,perche noi siamo la comunita',noi siamo la gente.

IL DIRETTIVO DEL COMITATO PRO ACQUA GUALDO

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