venerdì 27 marzo 2009

ACQUA IN BOTTIGLIE DI PLASTICA, TRACCE DI ORMONI



ROMA - L'acqua minerale in bottiglia di plastica potrebbe essere contaminata da ormoni estrogeni, esponendoci costantemente a una fonte di xeno-ormoni (ormoni di origine esterna al nostro corpo) non indifferente, con potenziali conseguenze sull'organismo. Lo sostiene uno studio di Martin Wagner e Jorg Oehlmann from della Goethe University di Francoforte, pubblicato sulla rivista Environmental Science and Pollution Research.

Analizzando un campione di 20 marche di acqua minerale in vendita (8 in bottiglia di plastica, 8 in vetro, due in cartone) i ricercatori hanno scoperto che composti ormonali presenti nella plastica della bottiglia possono essere rilasciati nell'acqua.

Inoltre in un test riproduttivo fatto con le lumache terrestri si è visto che questi xeno-ormoni sono attivi e aumentano il numero di embrioni prodotti dall'animale quando la lumaca viene messa a contatto con l'acqua delle bottiglie di plastica. Gli esperti hanno trovato tracce di xeno-ormoni nel 60% del campione (12 delle 20 marche).

La minerale in vetro ha un contenuto inferiore di estrogeni che non quella in bottiglie di plastica e nel cartone: il 33% di tutta la minerale in vetro contro il 78% di quella in plastica e il 100% (tutte e due i campioni) in cartone hanno mostrato significativa attività ormonale. "Quella da noi scoperta - concludono gli autori - deve essere in realtà solo la punta di un iceberg, di certo molti altri cibi con l'imballaggio in plastica rappresentano un'enorme fonte di xeno-ormoni" che contaminano i nostri cibi.

sabato 21 marzo 2009

22 MARZO 2009 GIORNATA MONDIALE DELL'ACQUA




La Giornata Mondiale dell'Acqua (in inglese: World Water Day) è una ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite nel 1992, prevista all'interno delle direttive dell'agenda 21, risultato della conferenza di Rio.

Cade regolarmente ogni 22 marzo. Le Nazioni Unite invitano le nazioni membri a dedicare questo giorno a espletare le raccomandazioni raggiunte con l'Assemblea Generale e alla promozione di attività concrete all'interno dei loro Paesi. Con la coordinazione del dipartimento degli affari sociali e economici delle Nazioni Unite, il giorno internazionale dell'acqua 2005 determinò l’inizio di una seconda decade internazionale delle Nazioni Unite dedicata all’azione per l’acqua.

In aggiunta agli stati membri, una serie di associazioni non governative hanno utilizzato il giorno internazionale per l’acqua come un momento per sensibilizzare l'attenzione del pubblico sulla critica questione dell’acqua nella nostra era, con occhio di riguardo all'accesso all'acqua dolce e alla sostenibilità degli habitat acquatici. Ogni tre anni dal 1997, per esempio, il "Consiglio internazionale dell’acqua" ha coinvolto migliaia di persone nel World Water Forum durante la settimana in cui cadeva il giorno internazionale dell’acqua. Le agenzie promotrici e le organizzazioni non governative hanno messo in luce il fatto che un miliardo di persone non hanno accesso all’acqua pulita e la struttura patriarcale, dominante in certi Paesi, che determina la priorità nella fruizione dell’acqua disponibile.

L'acqua potabile è un miraggio per oltre 125 milioni di bambini sotto i 5 anni d'età. E un numero ancora maggiore di persone, non solo bimbi, si trova senza servizi igienici, per un totale di 2,5 miliardi di persone nel mondo che rischiano così la loro salute. I numeri, da BRIVIDO, sono resi noti, alla vigilia della Giornata mondiale dell'acqua 2009, "dall'Unicef", che lancia un appello per un'azione collettiva per affrontare il problema dell'accesso all'acqua potabile e per la condivisione delle risorse idriche.

martedì 17 marzo 2009

ACQUA:DOSSIER LEGAMBIENTE,CAOS IN CONCESSIONI ACQUE MINERALI



(ANSA) - BARI, 17 MAR - Agli italiani piace l'acqua in bottiglia, nel 2007 ne hanno consumata ben 12,4 miliardi di litri, pagandola anche mille volte di piu' di quella del rubinetto, ma sui canoni di concessione per i prelievi alla fonte c'e' il caos perche' manca una legge. E' quanto emerge da un dossier presentato oggi da Legambiente e Altraeconomia. Con 196 litri pro-capite all'anno - secondo il dossier - l' Italia e' il primo Paese in Europa per consumo di acque in bottiglia, e malgrado l'ingente volume d'affari delle societa' imbottigliatrici (2,25 miliardi di euro nel 2007) i canoni di concessione pagati dalle aziende alle regioni o alle province sono irrisori. Dal dossier, presentato in vista della giornata mondiale dell'Acqua del 22 marzo, emerge che, non esistendo una legge nazionale, ciascuna amministrazione regionale decide come meglio crede. ''Ci sono Regioni che fanno pagare in base agli ettari dati in concessione e ai volumi emunti o imbottigliati, altre che prevedono solo un canone per la superficie della concessione data''. In 9 Regioni (Basilicata, Campania, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Sicilia, Umbria, Veneto) e' previsto il pagamento del canone doppio, per la superficie e per i volumi; in 8 Regioni (Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Molise, Puglia, Sardegna, Trentino, Valle d'Aosta) si paga solo sulla base della superficie della concessione; la Regione Abruzzo ha un sistema di tariffazione forfetario annuo. In Toscana, e' in discussione la nuova legge regionale che introdurra' i canoni in funzione dei metri cubi imbottigliati mentre in Val d'Aosta grazie alla legge regionale approvata un anno fa dal 2010 si paghera' 1,5/m3 imbottigliato. Per Legambiente e' necessario quindi adeguare i canoni secondo criteri stabiliti dalla conferenza stato Regioni perche' ora ''e' una lotteria dove vincono sempre gli imbottigliatori''.

mercoledì 4 marzo 2009

ACQUA: la risorsa e la ricerca

Disponibilità idriche e sviluppo sostenibile al centro di un incontro del Consiglio Nazionale delle Ricerche. “Uno sforzo congiunto della ricerca per una corretta gestione” richiamato dal presidente Maiani
Il ciclo dell’acqua, insieme causa ed effetto del clima, ha subito grandi variazioni qualitative e quantitative nel corso dei millenni, tuttavia, nelle ere passate, soltanto gli eventi naturali avevano alterato il suo scorrere.
Da poco più di un secolo la specie umana ha progressivamente aumentato la sua interazione con la natura, divenendo una delle forze capaci di incidere sul ciclo idrogeologico.
Anche se le evidenze non lasciano dubbi sul nesso causale tra stress antropogenico e tale modificazione, molto rimane da comprendere su questa tematica, cui è stato dedicato il convegno del Dipartimento Terra Ambiente del Consiglio Nazionale delle Ricerche su ‘Risorse idriche e sviluppo sostenibile. Il ruolo della ricerca’. All’incontro, che si è svolto presso la sede centrale del Cnr, alla presenza di autorità e ricercatori, si è parlato tra l’altro di problematiche dell’acqua a livello globale, di acqua ed industria, foreste e agricoltura, rischi per gli ecosistemi e la salute dell’uomo, valori economici e gestione delle risorse idriche.
“L’utilizzo, la protezione ed il controllo delle risorse idriche”, afferma il presidente del Cnr, Luciano Maiani, “costituiscono un problema complesso, che richiede da parte delle istituzioni scientifiche uno sforzo congiunto per migliorare le conoscenze indispensabili a una corretta gestione, in relazione alle prevedibili linee di sviluppo economico, sociale e politico.
Il Cnr si candida in questo settore a svolgere un ruolo rilevante, forte di una lunga tradizione che lo ha visto costantemente impegnato nella ricerca finalizzata ad offrire alle autorità responsabili della gestione delle risorse idriche gli adeguati strumenti scientifici in grado di supportare interventi di tipo tecnico e normativo”.
“I cambiamenti climatici hanno rilevanti impatti sul ciclo idrologico, influenzando la disponibilità, ma anche il contenuto d’acqua nei suoli e la ricarica degli acquiferi”, rileva il direttore del Dipartimento Terra Ambiente del Cnr, Giuseppe Cavarretta. “Le risorse idriche a livello globale, distribuite in modo irregolare nel tempo e nello spazio, sono oggi messe in crisi sopratutto a causa del marcato incremento demografico e del generalizzato incremento della domanda. Di fronte a tali problematiche, legate da un delicato e complesso equilibrio, è necessario rispondere fornendo al sistema di governance le conoscenze necessarie ad assumere scelte che anticipino i cambiamenti, ma che per risultare davvero efficaci devono essere riconosciute e fatte proprie da tutti i livelli della società a aprtire dai singoli cittadini”.
“I dati sulla popolazione mondiale”, spiega Romano Pagnotta dell’Istituto di Ricerche sulle Acque del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Irsa-Cnr), “indicano che circa un miliardo di persone non dispone di acqua potabile, circa 2,5 miliardi non possiede servizi sanitari, solo il 16% usufruisce di acqua in casa, mentre l’84% deve cercarla presso fonti dove è scarsa o di qualità scadente. Mentre 8 milioni di persone, per lo più bambini, muoiono ogni anno per malattie legate a carenza di acqua” .
“Attualmente, l’11% della popolazione e il 17% del territorio europeo sono interessati da fenomeni di carenza idrica che, secondo le previsioni, tendono ad allargarsi”, continua il ricercatore dell’Irsa-Cnr. “In Italia gli apporti meteorici sono di circa 980 mc/anno/procapite, superiori a quelli della media europea, ma le perdite naturali, difficoltà tecniche di accesso a parte delle risorse, lo stato insoddisfacente delle infrastrutture riducono tale disponibilità del 65%, e cioè a 51-52 miliardi di mc/anno, con significative variabili tra Nord e Sud”.

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