lunedì 23 novembre 2009

"L'ACQUA NON C'E' PIU'"!!!PETIZIONE PER AFFIDARE L'ACQUEDOTTO DIRETTAMENTE AL COMUNE"

In questi giorni il parlamento ha approvato una legge che obbliga tutte le aziende che curano i nostri acquedotti a vendersi al miglior offerente. E’ una grande, vergognosa svendita dei nostri beni più preziosi, le aziende che i nostri padri e nonni hanno contribuito nel dopoguerra a costruire. Ma mettere l’acqua in mano ai privati significa soprattutto mettere in mano a pochi un bene comune, necessario alla vita, necessario alla dignità di una città. Significa privatizzare un diritto. Il tuo diritto. Quello dei tuoi familiari. Vi immaginate cosa potrebbe succedere se l’acqua del rubinetto fosse equiparata al gas, all’elettricità, o a una linea telefonica, e fosse venduta a prezzi sempre più alti(COME IN PARTE GIA’ STA SUCCEDENDO) e venisse, magari, negata a un cittadino perché moroso nei confronti del gestore che eroga il servizio idrico???
L’acqua è un “monopolio naturale”: significa che non si può fare vera concorrenza negli acquedotti.
Lo capisce anche un bambino: nessuno può mettersi tre rubinetti in casa e poi scegliere il migliore. Il famoso “mercato” non è la risposta: non risolve i problemi, li crea. Approfondisce le differenze tra ricchi e poveri, non li avvicina.
Alcune aziende pubbliche in Italia funzionano male: ma regalarle tutte ai privati non significa salvarle, significa cadere dalla padella nella brace.
Tutte le privatizzazioni attuate in Italia nel settore dell’acqua sono state dei disastri: bollette carissime, acqua cattiva e non controllata, reti colabrodo senza manutenzione, comuni e sindaci che non hanno più il potere di intervenire, MA E’ NORMALE L’AZIENDA PRIVATA FA’ I SUOI INTERESSI.
E noi invece privatizziamo per legge: un grande regalo alle multinazionali e, in gran parte del sud Italia, alla mafia. Ma non dovevamo combatterla, la mafia? Invece le aziende che forniscono servizi ai cittadini vanno rimesse nelle mani dei consigli comunali, delle persone che eleggiamo, non di “grandi manager” che una volta nominati trasformano l’azienda in un feudo.
Il modo per evitare di privatizzare c’è ed è semplice: bisogna volerlo, però. Tutti assieme, senza dividerci politicamente, TUTTI UNITI pensando alla nostra esistenza e a quella dei nostri figli.
Basta modificare lo statuto comunale e affidare l’acquedotto O DIRETTAMENTE AL COMUNE OPPURE ad un’azienda di diritto pubblico (come un consorzio, ad esempio).

Facciamolo anche a Gualdo Tadino!

Se sei d’accordo, scrivici: comitatoproacqua@libero.it Ti informeremo delle date e degli orari dei banchetti ai quali potrai firmare oppure ti indicheremo le tante associazioni che ci sostengono e potrai firmare presso di loro.(i fogli per firmare sono comunque a disposizione della popolazione anche nei bar: paciotti,road house,giardini,fortuna caffe',tadinum e presso il siri store)
Aiutaci, l’acqua è di tutti. E’ anche la tua. Tientela stretta

P.S. DA NON CONFONDERE CON ALTRE RACCOLTE FIRME PRIMA DI FIRMARE CHIEDETE(E LEGGETE) BENE DI COSA SI TRATTA, IL COMITATO PRO ACQUA GUALDO E' L'UNICO(LOCALMENTE) A CHIEDERE UNA SIMILE SOTTOSCRIZIONE.

Comitato Pro Acqua Gualdo

mercoledì 18 novembre 2009

"Acqua ai privati: la fiducia passa alla Camera con 320 sì e 270 no"

Il provvedimento è definitivo!!!
La Camera dice sì alla privatizzazione dell'acqua potabile. Dopo l'approvazione avvenuta in Senato, il sì dei deputati alla fiducia posta dal governo, licenzia definitivamente il provvedimento con 320 sì e 270 no.
Già annunciato un referendum da parte di numerose associazioni dei consumatori e ambientaliste.
Alla Camera è in corso il voto di fiducia per l'appello nominale. Vi immaginate cosa potrebbe succedere se l’acqua del rubinetto fosse equiparata al gas, all’elettricità, o a una linea telefonica, e fosse venduta a prezzi sempre più alti e venisse, magari, negata a un cittadino perché moroso nei confronti del gestore che eroga il servizio idrico???
Sembra uno scenario paradossale eppure è quello che potrebbe succedere nel giro di poco tempo.
La norma che apre la strada alla privatizzazione del bene più prezioso al mondo apre scenari veramenti paurosi, il Comitato Pro Acqua si affianchera' in maniera inequivoca alle decisioni che prendera' il forum italiano,intanto l'associazione Federcontribuenti annuncia lo sciopero fiscale, e ci delude un po'l'Antitrust che si esprime in senso positivo.


"Positivo, ma serve un'autorità di controllo"
"Mi sembra un buon provvedimento", ha dichiarato Antonio Catricalà, presidente dell'Autorità di garanzia per la concorrenza e il mercato, "l'acqua rimarrà un bene pubblico ma il servizio finalmente viene liberalizzato, il che non vuol dire necessariamente privatizzato, ma che si apre ai privati la possibilità di esercizio in questo servizio essenziale". Sul rischio di un aumento delle tariffe ha aggiunto: "è una preoccupazione che condivido se non ci sarà il controllo e la verifica da parte di un'autorità indipendente: se invece sarà chiaro di chi sarà la responsabilità - ha concluso Catricalà - spero che queste preoccupazioni possano rivelarsi infondate".


Federcontribuenti: "Pronti allo sciopero fiscale"
"Se sarà approvata la norma sulla privatizzazione dell’acqua, lanceremo una campagna nazionale per l’autoriduzione delle imposte da pagare con la prossima dichiarazione dei redditi", è quanto ha dichiarato Carmelo Finocchiaro, presidente di Federcontribuenti in relazione a ciò che sta avvenendo in Parlamento. "Alla Camera se verrà approvata questa norma, si consuma lo stravolgimento dei principi costituzionali e dei diritti universali inviolabili per ogni essere umano", aggiunge il presidente Finocchiaro, "ci impegneremo a fondo per lo sciopero fiscale e l’autoriduzione delle imposte da pagare. Un atto di legittima difesa".
Federconsumatori e Adusbef: "Atteggiamento irresponsabile"
Anche le associazioni dei consumatori si oppongono al provvedimento. "Ci opporremo in maniera molto determinata a tale operazione", dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti di Federconsumatori e Adusbef, "e metteremo in campo tutte le iniziative in nostro potere perchè tale misura non diventi operativa, a partire dalla raccolta di firme per un referendum abrogativo". E aggiungono all'unisono: "Trattare il tema dell'acqua così come si sta facendo in questi giorni in Parlamento è francamente irresponsabile. Non vi è solo una questione di metodo, per cui si intende liquidare alla svelta la questione anche attraverso ipotetici voti di fiducia, ma vi sono anche questioni di merito assai rilevanti. Prima fra tutte la decisione di privatizzare in termini definitivi e tassativi la gestione del servizio idrico, passando cioè da un monopolio naturale a un monopolio privato, senza poter contare, in questo modo, sulla concorrenza di mercato e, secondo l'esperienza che nel Paese già si è fatta, determinando maggiori tariffe per questo servizio". "La seconda questione - concludono Federconsumatori e Adusbef - è che tale legge espropria i poteri degli enti locali in merito al servizio idrico".


Cittadinanzattiva: "L'acqua non è una merce"
Della stessa idea anche Cittadinanzattiva. "Piuttosto che un frettoloso decreto legge - sollecita Teresa Petrangolini - si avvii un serio iter parlamentare sulla riforma del servizio idrico con alcuni punti fermi: acqua bene pubblico e non merce, diritto all'accesso minimo garantito, divieto di spreco, coinvolgimento delle associazioni dei consumatori e degli stessi cittadini nella determinazione e nel controllo degli standard di funzionamento del servizio, come peraltro previsto dal comma 461 della Finanziaria 2008".



La partita non è ancora chiusa!
“La norma sancirà la totale privatizzazione dell’acqua”, spiega a il salvagente.it Paolo Carsetti, segretario del Forum italiano dei movimenti per l’acqua. E precisa: “Con questo provvedimento si stabilisce che ogni servizio pubblico di rilevanza economica deve essere ceduto a una società privata o a un ente misto, pubblico e privato, che preveda la partecipazione privata almeno al 40%”.


La Puglia prende un'altra strada
L’acqua, però, non è una merce e in nessuna legge in vigore in Italia viene definita un servizio “di rilevanza economica”. Questo significa che nella norma per la privatizzazione dell’acqua esiste una smagliatura, un buco che in futuro potrebbe permettere agli enti locali di mantenere la gestione dei servizi idrici, purché vengano varate norme in cui si stabilisce che l’erogazione dell’acqua non è un servizio di “rilevanza economica”.
In questa direzione si è già mossa la Regione Puglia. Il 20 ottobre scorso, infatti, è stata approvata una delibera che ribadisce il regime pubblico, e non privato, dell’acquedotto pugliese, il più grande d’Europa.

giovedì 5 novembre 2009

"CONTRO IL FLOP DELLA PRIVATIZZAZIONE"


“Oggi in Senato (5 novembre) e’ stata resa obbligatoria LA PRIVATIZZAZIONE della gestione dell'acqua” una scelta che va contro l'interesse dei cittadini e che non è dettata da nessuna norma europea.
L'acqua è un bene comune non è una merce e in base alla Costituzione la titolarità della sua gestione è in capo alle Regioni e agli enti locali.
Prevedere non la possibilità, ma l'obbligo entro 1 anno, di affidare a privati la gestione dei servizi pubblici vuol dire espropriare Regioni e Comuni del diritto e dovere di amministrare l'uso dell'acqua nell'interesse della comunità.Questo gesto apre la strada ad un vero e propio monopolio privato dell'acqua che va’ verso un’unica direzione e cioe’: “nelle mani delle multinazionali".
Questo vuol dire che l’affidamento di questi servizi avverrà solo attraverso gara pubblica, vuol dire che i comuni non possono detenere più del 30% del capitale societario e che per averlo dovranno mettere a gara le azioni di cui oggi sono già proprietari per poi, magari attraverso prestiti bancari, cercare di riprendersele.
Quindi si e’ deciso che si può generare profitto anche dal servizio idrico, che il consenso mondiale ha definito ESSENZIALE. Follia totale!!!!
I numeri parlano da soli.
Quali danni provocherà quest’ulteriore sferzata di privatizzazione dell’acqua?
Partendo dal concetto che il privato deve fare profitti e che i profitti si fanno a discapito degli investimenti, riducendo il costo del lavoro e alzando le tariffe, i dati dicono che dal 1994 al 2005 sono stati utilizzati 700 milioni di euro come investimenti sulla rete idrica a fronte dei 2 miliardi di euro investiti nei 10 anni precedenti.
Quasi il 50% degli investimenti previsti nel 2008 non è stato ancora realizzato. Le tariffe aumentano in modo esponenziale, anche fino al 300% (vedi Arezzo e Latina).
Se fino ad oggi, in questo settore, si è riusciti a contenere i livelli occupazionali , con questa ulteriore privatizzazione inizierà, come già successo nel settore elettrico e delle telecomunicazioni, un massiccio intervento a suon di mobilità, esodi agevolati, prepensionamenti e qualsiasi altra forma di licenziamento.
Ora il tutto dovrà passare attraverso il voto alla Camera. E se lì non ci saranno variazioni sostanziali, possiamo sicuramente affermare che verrà calpestata definitivamente ogni forma di democrazia locale.
Ripetiamo,sono i Consigli Comunali che devono stabilire se un servizio pubblico locale ha oppure no rilevanza economica e questo lo hanno stabilito anche dei giuristi e la Corte dei Conti della Lombardia.
Decine e decine di Comuni hanno già inserito nei loro statuti la dichiarazione che l’acqua è un bene privo di rilevanza economica.
A Parigi a partire dal prossimo gennaio, la produzione, il trattamento e la distribuzione dell’acqua verranno affidati ad una società pubblica, la municipalizzata Eau de Paris, estromettendo così Suez e Veolia due dei maggiori colossi multinazionali privati.
LO VIVIAMO SULLA NOSTRA PELLE CHE LA PRIVATIZZAZIONE DELL'ACQUA IN ITALIA CONTINUA A STUPIRE PER INEFFICENZA RINCARI E SPERPERI!!! (VEDI ACQUA LATINA IL RISULTATO DELLA PRIVATIZZAZIONE E' STATO: BOLLETTE SEMPRE PIU' CARE E UN INDEBITAMENTO TRIPLICATO A 183,4 MILIONI DI EURO CHE NATURALMENTE RICADRANNO SUI CITTADINI.)
“L'onda del popolo dell'acqua non si arresta e l'indignazione per quanto approvato oggi cresce!!!”

IL COMITATO PRO ACQUA GUALDO INVITA TUTTI A FIRMARE LA PETIZIONE ONLINE “SALVA L'ACQUA” PROMOSSA DAL "FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER L’ACQUA".

IL DIRETTIVO DEL COMITATO PRO ACQUA GUALDO

Per riscontro e contatti sulla petizione:
Segreteria Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua
Via di S. Ambrogio n.4 - 00186 Roma
Tel./Fax. 06/68136225 Lun.-Ven. 15:00-19:00
e-mail: segreteria@acquabenecomune.org
Sito web: www.acquabenecomune.org

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