venerdì 14 settembre 2012

SEGRETI POI NEMMENO TANTO NASCOSTI...



Così come tante volte il Comitato Pro Acqua Gualdo ha tentato di denunciare, la zona Fonti della Rocchetta cela segreti nemmeno poi tanto nascosti dietro ai vari sgombri e divieti. La pericolosità della zona spiegata e divulgata nei giorni scorsi dietro alla richiesta di accesso agli atti al servizio Servizio Geologico e Sismico della Regione Umbria fatta dallo stesso comitato il 16 giugno 2012 è la stessa di cui già negli anni 30 la comunanza agraria Appennino Gualdese parlava quando autorizzava i cittadini di Gualdo ha raccogliere pietre e massi caduti dalle pareti carbonatiche. L'inverno infatti con le sue gelate e nevicate creava spaccature e rotture nelle rocce che in primavera si traduceva in ciò che a tutt'oggi è chiaramente ancora visibile ed è alla base della attestata pericolosità R4. Questo è quanto è stato in parte affermato durante l'assemblea organizzata dal comitato promotore per la comunanza agraria Appennino Gualdese il 7 settembre. Ma in quegli anni non sono stati mai emessi divieti di transito e sosta e nemmeno negli anni successivi almeno fino a dopo il 1997 dove un evento calamitoso di notevole impatto ha favorito il distaccamento di un masso di grandi dimensioni creando danni a cose ma non fortunatamente a persone. Ma parliamo appunto di un evento calamitoso verso il quale chi vive da secoli in una zona geografica ad alto rischio sismico dovrebbe prendere le giuste misure per la messa in sicurezza della zona nel tempo con costante aggiornamento e monitoraggio e non ridursi a fare tutto in due o tre anni come se solo ora ci si accorgesse che c'è il terremoto e una friabile parete rocciosa carbonatica. Non solo ma altri fatti documentabili ufficialmente con materiale accessibile a tutti i cittadini secondo il comitato promotore, raccontano che la zona sembrerebbe mancare dei necessari cambi di destinazione d'uso dei terreni su cui insiste la concessione per l'imbottigliamento dell'acqua dalla sorgente Rocchetta proprio a seguito dei fatti accaduti intorno alla soppressione della Comunanza avvenuta nel 1976. Ma c'è ancora di più gli ultimi documenti reperiti dal Comitato promotore presso il Servizio idrogeologico della Regione Umbria parlano di mancanza della zona di salvaguardia necessaria intorno ai pozzi in cui si preleva acqua per uso potabile. Forse i vari sgombri e il progressivo e silenzioso abbandono della zona Fonti della Rocchetta, così come già fin dall'inizio dei fatti sospettava e denunciava nei suoi comunicati il Comitato Pro Acqua Gualdo, incominciano a prendere forma al di là di una pericolosità che sicuramente non è solo di oggi e che non possiede probabilmente quella gravità per essere causa e giustificazione di tutto. I tasselli mancanti su questa vicenda stanno venendo fuori e ora non c'è che da attendere quale disegno nell'insieme stanno a rappresentare. Grazie all'impegno del Comitato promotore per la comunanza agraria Appennino Gualdese per far luce su anni di buio della nostra storia e per tentare di riportare ordine e chiarezza nell'amministrazione di un meraviglioso territorio quale è quello di Gualdo Tadino.

COMITATO PRO ACQUA GUALDO

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