sabato 1 settembre 2012

SEMPRE IN PRIMA LINEA PER LA NOSTRA “INTOCCABILE” FONTE ROCCHETTA...


In data 16 giugno 2012 il Comitato Pro Acqua ha inviato una richiesta formale di accesso agli atti al Servizio Geologico e Sismico della Regione Umbria per ricevere informazioni sulla situazione delle Fonti della Rocchetta interdette alla sosta veicolare e pedonale, su cui il Comitato ormai da mesi intende fare chiarezza per riportare alla fruibilità di un tempo la zona. Per ciò precedentemente a questa sono state prese dal Comitato anche altre iniziative per la conservazione e difesa delle Fonti della Rocchetta quale la periodica pulizia intorno alla sorgente a cui si attinge la preziosa acqua e in tutti gli altri spazi limitrofi, compresi quelli verdi, ormai avviati ad un inevitabile degrado.
Il 7 luglio 2012 la Regione Umbria rispondeva alla richiesta inviando al Comitato, e per conoscenza al Comune di Gualdo Tadino, una relazione informativa sulla pericolosità da frana dell'area Fonti della Rocchetta e la documentazione di loro competenza attestante lo stato di dissesto. In sintesi riportiamo di seguito quanto inviato dalla Regione. Le condizioni di pericolosità delle Fonti della Rocchetta sono attribuibili a fenomeni di crollo e caduta massi da pareti rocciose carbonatiche fratturate ed alterate soprattutto a partire dal sisma del 1997. Per l'uso che i gualdesi fanno dell'area Rocchetta (inclusi il posto di ristoro e vari tavoli e panchine per la sosta dei cittadini) specialmente nei mesi estivi attorno alla fonte, l'area è assimilabile a quelle di una zona di pericolosità R4 secondo quanto stabilito dall'Allegato Tecnico alla legge 267/98. La R4 è infatti una pericolosità riferita a frane di crollo che possono interessare strutture e infrastrutture antropiche e mettere in pericolo la popolazione sia residente che in transito. Per le ragioni suddette è stato richiesto l'inserimento dell'area Fonti della Rocchetta nel PAI Piano Stralcio di Assesto Idrogeologico approvato dall'Autorità di Bacino del Fiume Tevere (DPCM del 10 Novembre 2006) e segnalata nell'Atlante dei Siti di attenzione per il Rischio idrogeologico realizzato dallo stesso Servizio Geologico e Sismico della Regione Umbria nell'aprile 2010. Nella zona, prosegue la Regione, sono state già prese tre misure per ridurre il rischio da frana, a tutt'oggi visibili, finanziati dalla Regione stessa tra il 1997 e il 2003. L'ultimo intervento è avvenuto nel 2010 a seguito di un sopralluogo effettuato dal Comune di Gualdo Tadino che ha rilevato la presenza di nuovi cunei rocciosi instabili e l'accumulo di blocchi rocciosi proprio dietro le barriere paramassi. In un ulteriore sopralluogo effettuato a fine 2011 dal Comune è stata individuata altra pericolosità a cui ha fatto seguito il sopralluogo del Servizio regionale per l'accertamento. A queste evidenti condizioni di rischio residuo che permangono sono seguite le ordinanze del Sindaco del 2 gennaio e del 19 febbraio 2012 per salvaguardare l'incolumità della popolazione. La messa in sicurezza definitiva di tutta l'area richiede, sempre secondo quanto affermato dalla Regione, una spesa pubblica molto elevata piuttosto difficile da sostenere. Per questo, aggiunge, diventano importanti le misure aggiuntive di tutela/autotutela della popolazione basate su una corretta informazione circa il rischio geologico da frana in assenza o incompletezza degli interventi strutturali specifici.
La Regione ha inoltre assicurato la disponibilità a collaborare con il Comune di Gualdo Tadino per realizzare una importante carta di zonazione rappresentativa della pericolosità residua dell'area che metta in evidenza le aree con diverso grado di esposizione al pericolo crollo e caduta massi. In questo modo la popolazione può frequentare la zona consapevolmente e coerentemente con la pericolosità geologica ivi presente. Ribadisce per ciò l'importanza della gestione del rischio in un luogo ad elevato valore ambientale o culturale che deve tenere conto dei vari aspetti e livelli di pericolosità senza necessariamente impedire la fruibilità del luogo stesso. Concetto quest'ultimo condivisibile anche dal Comitato che sollecita ma al tempo stesso denuncia proprio una gestione scarsa e disattenta avvenuta in diversi anni ad opera di tante amministrazioni comunali, ma anche regionali, verso un luogo non solo ameno ma anche storicamente e culturalmente importante sia per i gualdesi che per l'intera Umbria. La solita disinformazione o la solita cattiva e approssimata informazione, come sempre riservata ai cittadini,hanno fatto tutto il resto...

ENNESIMA ED IMPORTANTE VITTORIA DI TUTTA LA POPOLAZIONE!!!


Il Comitato Pro Acqua Gualdo annuncia con estremo orgoglio il positivo esito della procedura intavolata unitamente ad altre associazioni dei consumatori, per far dichiarare la vessatorietà delle clausole di cui agli art. 21 e 21bis del Regolamento del Servizio Idrico Integrato nell’Ati n. 1 e 2 inserite nei contratti stipulati con la società Umbra Acque Spa.
Con il supporto del proprio legale(ALESSANDRO FRATINI)che ringraziamo ancora per il suo appoggio e contributo il Comitato ha proposto tutte le argomentazioni giuridiche a supporto della procedura di verifica della vessatorietà delle norme regolamentari e delle clausole contrattuali che disponevano e prevedevano la possibilità di adeguamento del Deposito Cauzionale e la possibilità di richiesta nel medesimo in caso di semplice ritardo nel pagamento della bolletta da parte dell’utente.
L’utente veniva bollato come soggetto moroso, anche in caso di semplice ritardo nel pagamento di una sola bolletta.
Bastava pagare in ritardo una bolletta in un biennio per vedersi addebitato in fattura l’adeguamento del Deposito Cauzionale, che ad oggi è di circa €80,00.
La Commissione per la Regolamentazione del Mercato costituita presso la Camera di Commercio di Perugia accogliendo anche le argomentazioni proposte dal Comitato Pro Acqua Gualdo, con parere motivato ha stabilito che gli art. 21 e 21bis del Regolamento del Servizio Idrico (parti integranti del rapporto contrattuale che ogni singolo utente intrattiene con Umbra Acque Spa), sono disposizioni che costituiscono clausole vessatorie in quanto in contrasto con l’art. 33 comma 2° lettere f) ,m),o) r), t) del Codice del Consumo.
In sintesi la Commissione ha ritenuto l’importo del Deposito Cauzionale così come richiesto manifestamente eccessivo, comportando l’aumento del prezzo del bene e del servizio senza che il consumatore potesse recedere dal contratto.
La vessatorietà è stata dichiarata anche in relazione agli art. 154 e 155 del Dlgs n.152/2006, in quanto la tariffa deve coprire i costi del servizio.
Il Deposito Cauzionale non essendo una voce di tariffa, così com’era concepito nel Regolamento del Servizio Idrico, era divenuto invece vera e propria voce di tariffa del Servizio stesso.
Le clausole contrattuali che prevedevano l’adeguamento del Deposito Cauzionale sono pertanto illegittime, quindi non applicabili agli utenti del Servizio Idrico Integrato.
Pertanto l’adeguamento del Deposito Cauzionale sin’ora richiesto in caso di semplice ritardo nel pagamento, non è dovuto a Umbra Acque Spa.
La Commissione per la Regolazione del Mercato ha già intimato alla società Umbra Acque Spa di provvedere ad adottare tutte le misure per adeguarsi alla predetta pronuncia.
In momenti di grande difficoltà di sicuro questo è un bel segnale per tutti noi utenti,e di certo non finisce qui...

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