martedì 14 febbraio 2023

PROGETTO IMPIANTO PER IL BIOMETANO? NO GRAZIE!

COME COMITATO PRO ACQUA GUALDO SIAMO VERAMENTE ALLIBITI DEL FATTO CHE LA REGIONE UMBRIA ABBIA DECISO DI PRENDERE DI MIRA LA CONCA EUGUBINO GUALDESE UNA DELLE AREE PIU' NATURALISTICHE E INCONTAMINATE DELLA REGIONE PER REALIZZARE IMPIANTI CHE TRATTANO RIFIUTI(LA PRODUZIONE DEGLI STESSI VA' RIDOTTA IN QUESTO MODO VIENE SOLO INCENTIVATA) CI STUPISCE SINCERAMENTE IL VICE PRESIDENTE DELLA REGIONE (CHE PERALTRO E' DI ORIGINE GUALDESE) CHE DISTOGLIE LA DESTINAZIONE NATURALISTICA E TURISTICA DI QUEST'AREA DEL SUO PAESE PER FAVORIRE UN'ALTRO TIPO DI IMPRESA QUELLA DEI RIFIUTI... CERTAMENTE PIU' REDDITIZIA MA DEVASTANTE PER LA NOSTRA IDENTITA' CULTURALE STORICA AMBIENTALE. PER NON PARLARE DELLE CONSEGUENZE CHE NE PAGHEREMO TUTTI IN TERMINI DI DECADIMENTO SANITARIO E DI PATOLOGIE TUMORALI CHE PURTROPPO NON MANCANO IN QUANTO IL REGISTRO DEI TUMORI CONTINUA AD EVIDENZIARE QUESTA ZONA TRA LE PIU' ALTE DI INCIDENZA PER MORTI DI NEOPLASIE. VERAMENTE SCELTE SCELLERATE SONO QUELLE CHE STANNO TOCCANDO L'AREA EUGUBINA E QUELLA GUALDESE E COME SCRIVE IL PROFESSOR TAMINO(DOCENTE UNIVERSITARIO AMBIENTALISTA E ASSISTENTE DI BIOLOGIA GENERALE A PADOVA): "NON E' SUFFICENTE LA SOSTITUZIONE DELLE FONTI FOSSILI CON L'UTILIZZO DELLE BIOMASSE O CON LE BIOENERGIE DA QUESTE DERIVATE NON SOLO PERCHE' INSUFFICENTI QUANTITATIVAMENTE,MA ANCHE PERCHE' NON SONO IN GRADO DI RIDURRE I CAMBIAMENTI CLIMATICI IN ATTO. L'UPGRADING DEL BIOGAS A BIOMETANO NON SOLO CONSUMA ENERGIA RIDUCENDO IL BILANCIO ENERGETICO DI TUTTO IL PROCESSO MA SOPRATTUTTO LIBERA INQUINANTI PERICOLOSI PER L'AMBIENTE E SOSTANZE IN GRADO DI ALTERARE IL CLIMA". E' CERTO CHE IL COMITATO PRO ACQUA GUALDO CON IL SUO AVVOCATO VALERIA PASSERI "COME SEMPRE" NON RESTERA' A GUARDARE A PARTIRE DALLE NOSTRE OSSERVAZIONI DEL 23 FEBBRAIO IN CONFERENZA DEI SERVIZI. COMITATO PRO ACQUA GUALDO P.S. DI SEGUITO CONSIDERAZIONI GENERALI DEL PROFESSOR GIANNI TAMINO CHE RINGRAZIAMO PER LA COLLABORAZIONE CON IL COMITATO PRO ACQUA GUALDO(SIN DAL LONTANO 2007). CONSIDERAZIONI sui Digestori anaerobici DI GIANNI TAMINO La prima riflessione che voglio fare riguarda le fonti energetiche rinnovabili: in breve tempo potranno rappresentare una quota rilevante nel bilancio energetico globale (superiore al 50% entro il 2030), soprattutto se accoppiate ad un parallelo grande sviluppo dell’efficienza energetica, in grado di far diminuire i consumi grazie ad innovazioni tecnologiche. È però necessario passare da un’economia lineare ad una circolare, cioè “pensata per potersi rigenerare da sola”, come quella naturale, con l’utilizzo di fonti di energia veramente rinnovabili, come quella solare, senza utilizzo di combustioni. Perciò non è sufficiente la sostituzione delle fonti fossili con l’utilizzo delle biomasse o con le bioenergie da queste derivate, non solo perché insufficienti quantitativamente, ma anche perché non sono in grado di ridurre i cambiamenti climatici in atto. Dal punto di vista scientifico la critica all’impiego di biomasse come fonte di energia ha origine lontana nel tempo: il gruppo dell’agroecologo David Pimentel aveva messo in luce già alla fine del secolo scorso l’inefficienza energetica delle biomasse ad uso energetico. Più recentemente un rapporto redatto nel 2012 dalla Accademia Nazionale Leopoldina delle Scienze spiega quanta energia potremmo estrarre dalle biomasse. Le conclusioni portano a ridimensionare il loro contributo a causa sia di un basso ritorno energetico rispetto all’energia investita (EROI), ma anche a causa delle emissioni di gas serra. I ricercatori tedeschi non si spingono a stimare di quanto potrà aumentare la produzione di bioenergie, ma indicano per il caso europeo, dove già oggi vi è un sovrasfruttamento, un modesto +4%. Per questo invitano a utilizzare direttamente l’energia del Sole, con efficienza molto più alta della fotosintesi, usando anche eolico e idroelettrico. La seconda riflessioneriguarda la gestione della Frazione Organica dei Rifiuti Solidi Urbani (FORSU). Come è scritto nel Position Paper di ISDE, di cui sono uno degli autori, la FORSU deve essere gestita secondo la gerarchia di priorità individuata dalla UE (Direttiva 2008/98/CE), privilegiando la prevenzione (riduzione degli sprechi e autocompostaggio) e il riciclaggio/recupero di materia (identificabile unicamente con il compostaggio aerobico tradizionale). La digestione anaerobica, che è finalizzata al recupero di energia, è da considerare scelta di secondo livello rispetto al compostaggio aerobico, da preferire in via prioritaria. Il compost di qualità, (ammendante organico unicamente prodotto dal compostaggio di frazioni senza altri residui, ottenute da raccolte differenziate prevalentemente domiciliari), è capace di migliorare le proprietà e le caratteristiche chimico-fisiche e biologiche del terreno, con numerosi vantaggi dal punto di vista ambientale ed agronomico. Il digestato, prodotto dalla digestione anaerobica, classificabile come rifiuto speciale, è utilizzabile come ammendante solo dopo un’ulteriore fase, rappresentata da un processo aerobico (cioè di compostaggio), con opportuni controlli microbiologici. La combustione del biogas/biometano va comunque considerata scelta poco opportuna, perché presenta notevoli criticità e rischi ambientali e sanitari. Il trattamento biologico che genera il maggiore recupero di materia organica è indubbiamente il compostaggio diretto, che ha caratteristiche migliori a quello derivato dal digestato, come si deduce dallo studio elaborato dal Centro Ricerche Produzioni Animali(CRPA): Il processo di digestione anaerobica: a) Determina una riduzione della sostanza organica; b) Non riduce i quantitativi di azoto, modificando il rapporto tra carbonio ed azoto; c) Trasforma parte dell’azoto organico in azoto ammoniacale.
L’azoto ammoniacale può creare problemi agronomici ed è responsabile della formazione di polveri sottili secondarie. Inoltre la digestione anaerobica può presentare criticità ambientali e sanitarie legate alla qualità del materiale in ingresso che, qualora non adeguata (in particolare per la presenza di batteri patogeni, elevate concentrazioni di metalli pesanti e composti organici tossici), può produrre contaminazione del suolo e della catena alimentare ed emissioni inquinanti in atmosfera. Nella FORSU possono essere presenti parassiti e microrganismi patogeni (anche sotto forma di spore, es. clostridium botulinum), a causa principalmente di modalità di raccolta non adeguate. Vi sono poi possibili emissioni odorigene ed inquinanti. Le emissioni gassose degli impianti di trattamento della FORSU sono costituite da composti azotati e solforati e da composti volatili organici, prodotti sia durante il compostaggio che durante il processo di digestione anaerobica, con conseguente produzione di odori molesti. La combustione del biogas prodotto dalla digestione anaerobica (o del biometano derivato dal biogas) causa l’emissione in atmosfera di numerosi composti chimici, tra i quali sostanze nocive alla salute umana, alcune delle quali cancerogene per l’uomo. Per tale motivo questa tecnica costituisce un rischio non trascurabile per la salute. L’attuale politica degli incentivi (che si dovrebbero eliminare) sta determinando una distorsione delle priorità di trattamento della FORSU, favorendo impropriamente il recupero di energia (incenerimento e produzione di energia elettrica attraverso la combustione di biomasse, biogas o biometano) a danno del recupero di materia, con incremento del rischio ambientale e sanitario per i territori limitrofi. Solo il recupero di materia rientra nella logica dell’Economia Circolare come si deduce anche dalla recente normativa comunitaria. Il decreto legislativo 116 del 2020, di recepimento di direttive europee, introduce il concetto di recupero di materia, mentre il recupero di energia, come nel caso del biometano, non è compreso nell’Economia circolare. Inoltre la produzione e l’utilizzo del biometano, a partire dal trasporto dei rifiuti e degli scarti prodotti alla trasformazione di biogas in biometano, consumano energia e producono inquinamento dell’aria e gas ad effetto serra (CO2 e metano), che stanno cambiando pericolosamente il clima. Infatti l’upgradingdel biogas a biometano non solo consuma energia, riducendo il bilancio energetico di tutto il processo, ma soprattutto libera inquinanti pericolosi per l’ambiente e sostanze,come già detto, in grado di alterare il clima. PROFESSOR GIANNI TAMINO

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