venerdì 30 ottobre 2015

"UN ALTRO MEZZO SECOLO DI CONCESSIONE ALLA ROCCHETTA SPA PRIMA DELLA NATURALE SCADENZA DEL 2022 CHE GRAVERANNO SU QUESTO GOVERNO CITTADINO"

Il grande tema delle risorse idriche mondiali ieri sera e' venuto di nuovo meno dopo che l'intero asse Comunale di Gualdo Tadino ha votato quasi massicciamente contro uno degli obbiettivi principali dell'Onu e cioe' che "l acqua rappresenta il fattore indispensabile per la vita dell'intero pianeta" con tristezza e sconcerto siamo stati testimoni dell'ennesimo scempio bavaglio a danno dell'intera comunita' gualdese e non solo! a tal proposito vogliamo ricordare che ci sono degli studi scientifici, su cui si sono basate le sentenze vincenti per la vicenda Rio Fergia, che mettono in guardia sullo sfruttamento delle risorse idriche del nostro territorio oltre alla paura stessa di Ati ed Umbra acque per esempio, pero' ancora ci si dibatte su questo aspetto, che appare sempre subordinato alle necessità dell'azienda e dei suoi investimenti altrimenti, gli amministratori ne avrebbero precauzionalmente già respinto le richieste,altro punto che ieri sera ha fatto sussultare i presenti sono i famosissimi posti di lavoro previsti nel piano di investimenti presentato dall'azienda, che ripetiamo ancora sono a nostro avviso,un vile ricatto su cui far leva in un momento di crisi economica come questo,cercando di trasformare questa vicenda in qualcosa di più accettabile da parte dell'opinione pubblica, ribadiamo inoltre fino alla noia che non sono stati consultati studi scientifici sulla normativa specifica in settore ambientale e di sfruttamento del sottosuolo dal 2004 e ne tantomeno affrontati altri tipi di studi sulla sempre famosissima e sbandierata ricaduta economica! inoltre ci chiediamo come mai il Tar nel 2008 annullo' la seconda concessione ad Idrea azienda che distribuiva il marchio Rocchetta per portare ad un nuovo prelievo di acqua minerale dalle sorgenti di boschetto e dal prelievo dal pozzo di Corcia? come mai ora e' diventato tutto cosi semplice attingere e prelevare altri 10 litri al secondo in piu' di acqua sette anni prima della scadenza della concessione? come mai non si attende il 2022? qual'e' lo scopo di questa vera svendita di una cosi sempre piu' rara risorsa per la vita? Rocchetta doveva solamente fare cio' che gli spetta per legge e cioe' ripristinare l'area della fonte per ridare decoro storico e culturale a tutti i Gualdesi ed all'intera Umbria! ma e' cosi difficile? ribadiamo veramente stufi che l'unico intervento da parte di Rocchetta spa (che secondo quanto indicato dalla Legge Regionale attualmente vigente la n. 22 del 22.12.2008, Art. 15 comma 2 e cioè che “Tutti gli oneri per la realizzazione e la manutenzione ORDINARIA E STRAORDINARIA delle pertinenze sono a carico del concessionario") sia solamente questo e che nessunissimo altro benche' minimo prelievo debba esser effettuato cercando di rispettare la suddetta scadenza della concessione ed in piu' non prima di aver effettuato studi super approfonditi a riguardo.Pertanto il Comitato Pro Acqua Gualdo con coerenza estrema e determinazione continua a respingere questo progetto le cui finalità oramai scoperte sono esclusivamente dettate dalla realizzazione di un'area di protezione dei pozzi e da una nuova linea di imbottigliamento di acqua minerale cioe' una nuova concessione!!!.Ribadiamo che L'ACQUA e' una risorsa fondamentale per l'umanita' e non puo' mai esser svenduta come si sta imperterriti facendo da anni. IL CONSIGLIO DIRETTIVO DEL COMITATO PRO ACQUA GUALDO

mercoledì 17 giugno 2015

IL CONSIGLIO COMUNALE APERTO MA NON TROPPO!!!

In merito al consiglio comunale "aperto" dell'8 giugno sul progetto presentato da Rocchetta spa il Comitato pro acqua Gualdo intende esprimere anche il suo punto di vista. E' apparso evidente che anche questo consiglio comunale non ha fatto altro che ricalcare quelli già visti negli anni precedenti quando si dibatteva sul controverso e per niente simbiotico rapporto tra Rocchetta spa e territorio di Gualdo Tadino, che ancora ad oggi, malgrado si sia espressa anche la giurisprudenza in merito, continua ad essere al centro dell'attenzione istituzionale. Il problema etico, ambientale ed economico annesso a questa vertenza è rimasto bloccato alle sentenze del TAR datate 2008. Nessuna Amministrazione successivamente succedutasi ha avuto la capacità (o il coraggio) di vedere oltre, di evolversi accettando i cambiamenti e i fatti per quelli che sono oggettivamente e di agire virtuosamente di conseguenza. Ad esempio la Comunanza Agraria Appennino Gualdese ricostituitasi nel frattempo, è stata denigrata o accettata da tutti gli amministratori a seconda di dove siedono in massima assise e della necessità di ottenere consenso popolare o meno. La Comunanza Agraria è un ente ricostituito per volontà dei cittadini con ruoli ben precisi a tutela degli stessi e dei territori. Non rispettare ciò da parte dell'amministratore, tanto locale che regionale, significa non rispettare gli stessi cittadini che rappresenta e la legge. Questo la dice lunga sull'aspetto etico e morale di tutta questa vicenda. Malgrado i pronunciamenti di tribunali ancora ci si interroga su quanta acqua ci sia nelle nostre montagne. Ci sono degli studi scientifici, su cui si sono basate le sentenze vincenti per la vicenda Rio Fergia, che mettono in guardia sullo sfruttamento delle risorse idriche del nostro territorio. Ma ancora ci si dibatte su questo aspetto, che appare sempre subordinato alle necessità dell'azienda e dei suoi investimenti altrimenti, nel rispetto di quanto già noto, gli amministratori ne avrebbero precauzionalmente già respinto le richieste. Per le stesse ragioni anche i vincoli ambientali che gravano sulle nostre montagne, a seguito del recepimento di normative europee, non sono mai presi in seria considerazione, tanto dalle passate amministrazioni, che li deridevano solo perché ne impedivano la realizzazione di un parco eolico di controversa origine, quanto dalle attuali che invece li ignorano totalmente senza mai citarli nemmeno per sbaglio. I vincoli ambientali non fanno altro che, in chiave più moderna e scientifica, sommarsi ed amplificare il significato dei vincoli legati agli usi civici che gravano nell'area Rocchetta. I posti di lavoro previsti nel piano di investimenti presentato dall'azienda, sono a nostro avviso,un vile ricatto che non può che fare leva in un momento di crisi economica come questo e che provano a trasformare questa vicenda in qualcosa di più accettabile da parte dell'opinione pubblica. Ma su quanto possano risolvere questa situazione economica circa 145 posti di lavoro, scritti comunque solo sulla carta, tra fissi, stagionali, indotto ed altro non lo sa nessuno. Nemmeno gli interventi fatti dai rappresentanti di categoria durante il consiglio comunale, hanno risolto questo aspetto se non in modo puramente generico, quando si riferivano ai posti già creati dall'azienda, e quindi irrilevante ai fini del dibattito. In verità nemmeno migliaia di posti di lavoro possono giustificare la svendita di un bene comune così prezioso e vitale. Il posto di lavoro o qualunque esosa cifra investita, non si può barattare in cambio di una sorgente di acqua potabile. Se di sorgente si può parlare perché mentre si dibatteva in consiglio comunale, il Ministero della Salute dichiarava in Gazzetta Ufficiale, che nel territorio di Gualdo Tadino esiste una sorgente denSerrasanta da cui si può imbottigliare e commercializzare acqua minerale naturale con un nuovo marchio. Questa specie di equivoco, per non dire peggio, in quanto è noto non esistere nessuna sorgente denominata Serrasanta, se non un pozzo ad emungimento forzato con questo nome, nel territorio gualdese, è sancito dal Ministero e dunque è accettabile senza metterlo in discussione, secondo quanto dichiarato in massima assise dal primo cittadino, e sempre a fronte degli investimenti a cui non si può rinunciare. Secondo la gran parte di tutti gli altri cittadini consapevoli e sensibili, invece questo è un gravissimo problema. Chi non conosce il suo territorio e accetta che su di esso si equivochi grossolanamente (e volutamente) come può rispettarlo e tutelarlo davvero? Alla conferenza dei servizi programmata per il giorno successivo, in cui pure se non si decideva nulla mancava un interlocutore fondamentale come la Comunanza Agraria Appennino Gualdese, il sindaco è andato con un documento, approvato solo il giorno prima impedendo un dibattito un po' più approfondito visto l'importanza dell'argomento, che conteneva questioni idrogeologiche già note ma non ancora recepite, la richiesta di rispetto degli usi civici (aspetto anch'esso che già doveva essere stato recepito) e soluzioni che in parte sono già previste dalla legge regionale n. 22/2008 in merito alla gestione delle acqua minerali che pure se è una norma limitata e difettosa sarebbe stato preferibile averne preteso il rispetto almeno nei punti salienti, già dopo gli eventi alluvionali da cui è rinata tutta questa vertenza. Al concessionario, in queste norme, si attribuiscono doveri ben precisi non solo verso i preziosi giacimenti ma anche intorno l'area in cui sono localizzati, altro che realizzazione di Oasi, posti di lavoro o investimenti economici fotocopia di altri già promessi, mai mantenuti e comunque già discussi e smontati, da accogliere come atti di estrema generosità verso il territorio a copertura dell'istanza di proroga e nuova concessione di acqua minerale, il vero ed unico investimento che da anni ha in mente l'azienda per il nostro territorio. Nulla di che è stato dibattuto in consiglio comunale a nostro avviso, se non dei soliti irrispettosi modi degli amministratori verso i fondamentali diritti dei cittadini e la tutela dell'ambiente che trovano purtroppo ancora difficoltà ad essere recepiti altrimenti non ci si ritrovava a ricominciare tutto da capo. Il Comitato pro Acqua è uscito dal consiglio comunale deluso dopo aver assistito ad un brutto film già visto. Stessa sceneggiatura, cambiano solo gli interpreti. Ruoli e battute rimangono invariate. Speriamo solo che l'epilogo sia il medesimo di quello già visto a favore dei cittadini ma stavolta definitivo.
COMITATO PRO ACQUA GUALDO

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