venerdì 7 marzo 2014

PRECISAZIONI NORMATIVE E RICHIESTE SUL PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE

Nell'anno appena scorso il Comitato pro Acqua Gualdo ha voluto monitorare il Piano di Tutela delle Acque (PTA) inviando alla Regione Umbria-Servizio Risorse Idriche e Rischio Idraulico- in data 09/10/2013 una missiva con specifiche richieste. Ricordiamo brevemente che il Consiglio Regionale dell'Umbria ha approvato, con Delibera n. 357 del 1/12/2009, il Piano Regionale di Tutela delle Acque introdotto dal D.Lgs. 152/1999 e dal D.Lgs.152/2006 che si occupano di materia ambientale. Il Piano di Tutela rappresenta un piano di settore, di cui si sono dotate tutte le regione d'Italia, che contiene gli interventi destinati a garantire il raggiungimento o il mantenimento degli obiettivi specificati nella Parte Terza del decreto legislativo citato, oltre alle misure necessarie a tutelare qualitativamente e quantitativamente il sistema idrico. Il Piano, come previsto dalla normativa, è stato sottoposto nelle varie fasi di redazione e adozione anche a consultazione pubblica a cui ha partecipato, nel 2008, anche il Comitato pro Acqua Gualdo apportando le sue osservazioni. Una di queste in particolare fu accolta e ne venne data immediatamente notizia ai giornali come un piccolo successo di un Comitato di cittadini che era riuscito a intervenire nella stesura di un piano “istituzionale” a tutela dello stesso bene comune. Al Comitato sembrava importante che tra le concessioni rilasciate per l'uso dell'acqua fosse precisato, proprio l'uso delle acque minerali per l'attività dell'imbottigliamento dato che questo catasto consentiva di conoscere, come evidenziato nel Piano stesso, i dati tecnici ed amministrativi mancanti o i dati sugli usi delle acque sotterranee riferiti ad esempio alla denuncia pozzi (in particolare per quelli suscettibili di successivo provvedimento di concessione), sulla georeferenziazione delle opere di captazione e restituzione, sull'integrazione con le altre banche dati regionali e definizione delle modalità più opportune per la pubblicazione e diffusione dei dati. Si potevano avere così tutte quelle informazioni mancanti o inadeguate su cui era stata rilasciata la concessione e il permesso di ricerca all'azienda ospite nel territorio gualdese e che aveva dato avvio a tutte le ben note battaglie. In realtà la precisazione accolta, quale quella della denominazione minerale tra gli usi dell'acqua, non fu mai veramente recepita perché non è stata mai inserita nel documento finale. Di questo è stato chiesto ragione al Servizio Idrico della Regione Umbria, a cui è stata indirizzata la missiva, oltre ad altre richieste di informazioni di seguito elencate: - precisazione sulla costituzione di un gruppo di lavoro previsto dal Piano nella Parte III a cui doveva partecipare, oltre ad ARPA Umbria, le Province e altri soggetti attori delle azioni di Piano e il cui scopo era di ottemperare agli obblighi derivanti dalla procedura di VAS (D.D. n. 12159 del 29/12/2008) ma di cui non abbiamo trovato notizie e che ci impediva di avere un interlocutore certo a cui fare richiesta di informazioni (perché il Gruppo di lavoro doveva ottemperare agli obblighi derivanti dalla procedura di VAS e redigere addirittura Report con scadenza annuale a partire dalla fine del 2009 ); - precisazioni in merito alla realizzazione di un catasto di concessioni ai prelievi idrici, dove doveva, per l'appunto, comparire la denominazione minerali tra gli usi dell'acqua, di cui non si ha informazione, che invece doveva essere già presente come evidenziato nel punto 5.5 pag 370 della Parte III del Piano di Tutela delle Acque. Infatti il catasto doveva essere completato ed incrementato entro il 31 dicembre del 2010, ma ad una nostra ricerca pubblica nel Web non ci risulta la sua presenza; - richiesta del completamento del quadro conoscitivo di alcuni importanti corpi idrici regionali sotterranei tra cui i Monti di Gualdo, già inviata nel 2008, ma non accolta. Ricordiamo come la mancanza di dati certi su questi bacini sotterranei, è stata al centro della vertenza tra la popolazione e l'azienda imbottigliatrice alla ricerca di nuovi pozzi; La Regione Umbria, attraverso il Dirigente del Servizio, a cui era indirizzata la missiva, ha risposto, in data 05/12/2013, in questo modo: - per quanto riguarda la mancata attuazione della specifica denominazione minerali non si è avuta di nuovo nessuna risposta; - la costituzione del gruppo di lavoro previsto è, invece, avvenuta con deliberazione regionale nel 2012 ma a noi, come già detto, è probabilmente sfuggita come sono sfuggiti tra le altre cose i Report che doveva redigere; - per la realizzazione del catasto delle concessioni si rimanda a una non ben precisata seconda fase dove verrà riportata su supporto cartografico da parte delle provincie tutta la documentazione relativa alle concessioni che è a quanto pare già raccolta in un database. Ovviamente appena possibile verrà fatta richiesta di questi dati e del loro database; - per gli studi dei Monti di Gualdo, si precisa dal Servizio Idrico che, successivamente al 2008, la Regione Umbria ha proceduto agli studi idrogeologici di alcuni specifici settori tra cui i Monti suddetti e pubblicata nel portale regionale. Al Comitato, malgrado un'attenta ricerca, è probabilmente sfuggita anche tale pubblicazione e anche di questa verrà fatta al più presto richiesta per essere certi di poterla consultare. Infine, il Piano prevede un aggiornamento secondo la normativa di riferimento entro sei anni dalla sua approvazione e dunque entro il 2015, per questo il Servizio regionale precisa che per rispettare tali tempi ma, soprattutto per rispettare quelli dei Piani di Gestione di Distretto Idrografico (PGD) (Distretto dell'appennino centrale dove ricade l'Umbria in massima parte e solo in minima parte nel Distretto dell'appennino settentrionale) che rappresentano i sovra-ordinati Piani per il PTA, sono state avviate le operazioni preliminari di monitoraggio di pressione ed impatti per la loro revisione e conseguente conferma o modifica di quanto previsto. Chiaramente, ci è sempre stato noto il ruolo degli altri Piani nella stesura del Piano di Tutela stesso e ora, come nel 2008, terremo conto anche di quanto qui riportato per completare le nostre considerazioni e richieste. Certi di aver reso un servizio a tutti gli nostri concittadini informandoli ed aggiornandoli su quanto le istituzioni fanno in “rigoroso silenzio”, approfittiamo per parlare ancora della FONTE Rocchetta cuore, in tutte le possibili accezioni del termine, delle nostre battaglie inclusa questa revisione di documenti. Lo stato in cui versa ancora dopo i fatti calamitosi, avvenuti nel novembre 2013, ci fanno temere che rimarrà ancora in questo continuo ed imbarazzante stato di abbandono. Malgrado lo sciacallaggio politico seguito immediatamente dopo quanto Madre Natura ha fatto (forse con un contributo umano che aveva già da prima segnato l'avvio dell'abbandono della Fonte a se stessa) le cose sono rimaste immutate. Chiudiamo chiedendo a chi abbia coraggio di rispondere: chi e come cercherà di sistemare quella martoriata sorgente? Il comune, tra le sue irrisolte vertenze tra usi civici e cambi di destinazione d'uso o l'azienda, che tra quei “sassi” ha fatto la sua fortuna senza mai restituire equamente quanto portato via quasi gratis? Alla fine vedrete che saremo ancora e sempre noi inconsapevoli cittadini a pagare... COMITATO PRO ACQUA GUALDO

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