mercoledì 31 luglio 2013

"IL GIORNALISTA FRANCESCO CAPARRUCCI RACCONTA UNA SPLENDIDA E COSTRUTTIVA GIORNATA CON IL PRESIDENTE" GUALDO TADINO - Uno dei luoghi simbolo di Gualdo Tadino è indubbiamente la sorgente Rocchetta, immersa nell’aspra roccia e nella rigogliosa vegetazione delle montagne gualdesi. È un parco verde, con giardino, una vasca contenente pesci d’acqua dolce, alberi dalla folta chioma, panchine per sedersi, due cannelle per il prelievo della fresca acqua sorgiva e una cascata naturale che viene giù dalla montagna, attraverso la roccia, fin dentro la vasca dei pesci. Un’area verde a cui tutti i cittadini gualdesi sono affettivamente legati, soprattutto per i ricordi del passato, quando la Taverna della Bastola (caratteristico bar dentro la roccia) era ancora aperta al pubblico e c’era il jukebox con i dischi e il sedile di pietra dove potersi sedere a godere il fresco degli alberi e della vasca d’acqua. Erano gli anni ’70 e questo luogo di Gualdo Tadino conservava intatto tutto il proprio fascino ed era punto di riferimento tanto per i gualdesi che per i turisti. Oggi la sorgente Rocchetta ha perso molto di quell’antico fascino, come ci racconta il presidente del Comitato pro acqua Alessandro Brunetti, da anni impegnato nella difesa delle risorse idriche e naturali della città di Gualdo Tadino. Grazie all’interessamento del Comitato, infatti, l’aera verde della sorgente Rocchetta è stata recentemente ripulita dal fogliame e rammodernata con interventi di generale manutenzione da parte del Comune di Gualdo Tadino. La fonte principale è stata lavata e pulita con la spazzola d’acciaio, è stata ripristinata la cascata naturale che scende dalla roccia soprastante direttamente nella vasca dei pesci, tagliata l’erba incolta che fagocitava i tornanti d’accesso alla sorgente e ripopolata con pesci d’acqua dolce la grande vasca sottostante le due cannelle principali. “Tuttavia molto rimane da fare. – afferma il presidente del Comitato pro acqua Alessandro Brunetti – Soltanto un anno fa la vasca Rocchetta era completamente prosciugata mentre oggi, grazie alle piogge abbondanti di questa primavera, le vene d’acqua sono tonate a gonfiarsi e tutto il parco risulta in definitiva più godibile. La sorgente Rocchetta è uno dei luoghi storici di Gualdo Tadino, qui venivamo da ragazzini a goderci i caldi pomeriggi estivi. All’epoca la Taverna della Bastola era ancora aperta al pubblico, c’erano il ristorante e il jukebox per ascoltare la musica. Questo parco verde dovrebbe essere valorizzato e trasformato in meta turistica permanente”. Un anziano signore gualdese di ottantaquattro anni, che sta attingendo acqua dalla sorgente, ci tiene a esprimere la propria opinione. “Negli ultimi anni – racconta l’anziano signore – si è sparsa la voce che qui non si poteva venire a causa del pericolo di caduta massi dalla montagna soprastante. Ma io la sorgente Rocchetta me la ricordo sempre così e non credo che ci sia tutto questo pericolo di caduta massi. In ogni caso, noi gualdesi, dovremmo impegnarci di più a tutela della sorgente e del parco Rocchetta”. Prima di proseguire per l’eremo di Santo Marzio abbiamo ancora qualche minuto per fotografare lo stato di “criticità” di alcune parti del parco verde, che circonda la sorgente Rocchetta. In particolare, di fronte lo stabile del vecchio ristorante, oggi chiuso al pubblico, ci sono un tendone tutto stracciato in terra, un palo di ferro e alcune bottiglie di birra sparse tutt’intorno e cocci di vetro. Più avanti, salendo verso i pozzi d’acqua protetti, dove ci sono le pompe idrauliche per il pompaggio dell’acqua sorgiva, scopriamo che la recinzione è stata divelta e staccata dalla cancellata principale. Sulle scalette di accesso al vecchio ristorante e lungo il perimetro del prato verde, dove l’erba è stata recentemente falciata, ci sono scatolette di cartone e altri piccoli rifiuti sparsi a macchia di leopardo. Il presidente del Comitato pro acqua, Alessandro Brunetti, li raccoglie da terra e li deposita negli appositi contenitori igienici. L'Eremo di Santo Marzio Dalla sorgente Rocchetta scendiamo lungo il corso del fiume Feo fino al bivio con la carrozzabile che sale verso l’eremo di Santo Marzio. Il presidente Alessandro Brunetti, che ci fa da “Cicerone” per questo reportage dai luoghi simbolo di Gualdo Tadino, ci mostra la cascata naturale del Feo e lo spettacolo del fiume in piena. All’eremo di Santo Marzio ci accolgono il presidente e alcuni consiglieri dell’Avis di Gualdo Tadino, che da anni hanno in custodia questo luogo sacro santificato da San Francesco d’Assisi nel 1224. In via del tutto straordinaria, visto che qui la messa si celebra soltanto una volta l’anno, il 15 di agosto in occasione dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, ci è concesso di visitare l’eremo per apprezzarne gli interni e la struttura medioevale. La piccola chiesina, oltre a un caratteristico altare in marmo e al crocifisso ligneo, contiene la statua di Santa Gemma Galgani e del Beato Marzio. In sacrestia, sopra un vecchio mobile di legno, sono allineate le statuine in ceramica del presepe natalizio, con il Cristo che svetta sopra Giuseppe Maria il bambinello e i Re Magi. Di fianco all’eremo è possibile visitare la cella dove visse il beato Tommasuccio, con le pareti immacolate, un affresco sacro e due inginocchiatoi di legno, per certi aspetti simile al luogo sacro dove dimorò San Francesco a Santa Maria degli Angeli. Il presidente e i consiglieri dell’Avis di Gualdo Tadino ci informano che l’eremo di Santo Marzio è stato ristrutturato nel 1998, subito dopo il forte terremoto che devastò la fascia appenninica da Gualdo Tadino a Foligno, grazie a 87 milioni di vecchie lire donati dalle sezioni Avis italiane. Solitamente l’eremo ospita gite di turisti religiosi e di salesiani, ma è possibile incontrarvi anche suore con i bambini delle comunioni al seguito. Tutta la sezione Avis di Gualdo Tadino è impegnata nella manutenzione e conservazione di questo luogo sacro della città. Lo percepiamo dalla passione che anima il lavoro dei volontari Avis e dall’affetto con il quale parlano e ci informano sull’eremo. Prima di ripartire, i consiglieri dell’Avis, affidano al presidente Brunetti un pesce da liberare all’interno della vasca Rocchetta. Alessandro Brunetti prende in custodia il pesciolino e assolve il compito. Noi, che lo accompagniamo in questa calda giornata estiva, siamo testimoni di un così sincero attaccamento a questi luoghi simbolo di Gualdo Tadino, che non potevamo non scriverlo. FRANCESCO CAPARRUCCI

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