martedì 23 febbraio 2016

PRESENTATO NOSTRO PARERE IN COMMISSIONE AMBIENTE DATO CHE DOPO 2 ANNI SIAMO ANCORA QUI A LOTTARE CONTRO UN "GASSIFICATORE" CHE NON VOGLIAMO!

A seguito della presentazione, nel mese di Febbraio 2016, del progetto per la realizzazione di un Impianto di gassificazione alimentato a cippato di legna della potenza nominale di 200 Kwe dalla ditta Demetra Energia srl, il Comitato pro Acqua Gualdo intende, con la presente, avanzare le proprie osservazioni: 1. il Comitato pro Acqua Gualdo condivide quanto pubblicato in questi giorni da altre realtà di Gualdo Tadino (www.allegracombriccola.net e www.gualdonews.it) in merito all'impianto in oggetto, poiché ciò è in linea con quanto già espresso in sede di Conferenza dei Servizi del 12 maggio 2014 in cui venne richiesta una revisione e miglioramento del progetto che a quanto pare non è avvenuto; 2. il Comitato pro Acqua Gualdo aggiunge alcune altre precisazioni di seguito elencate: • Le emissioni in atmosfera prodotte da tale impianto - Non è chiaro quale sia la qualità dell'aria nel territorio del Comune di Gualdo Tadino che tale impianto di gassificazione andrebbe a migliorare, perché non ci sono dati relativi a monitoraggi della qualità dell'aria malgrado la presenza di industrie impattanti come quella della ceramica. Non sono stati effettuati a quanto sembra nemmeno negli ultimi due anni monitoraggi della qualità dell'aria, per avere almeno un'idea certa di quali migliorie porterebbe un impianto con tali emissioni piuttosto che fare considerazioni e supposizioni generiche e aleatorie. La correlazione tra salute ed ambiente è stretta e malgrado ciò mancano studi epidemiologici che correlino le tipologie e il numero di neoplasie nel nostro territorio con la presenza di inquinanti, e comunque non sembra consigliato in nessun protocollo la realizzazione di impianti a biomasse come via per migliorare la qualità dell'aria probabilmente compromessa dalle industrie del comparto della ceramica come nel nostro territorio. Riportiamo di seguito le parole di uno studio condotto dalla provincia di Modena alcuni anni fa (http://www.provincia.modena.it/servizi/ambiente/bilancio_ambientale_distretto_ceramico/DATA /aria/INQUINAMENTO%20DELL'ARIA.html): “La maggior parte delle attività umane comporta la continua immissione di sostanze inquinanti nell’atmosfera. Il destino di queste sostanze è governato da molteplici fattori, tra cui le caratteristiche fisiche degli strati d’aria sovrastanti che ne determinano la diffusione, i processi di rimozione che ne influenzano il tempo di permanenza in atmosfera, le trasformazioni chimiche che creano, a loro volta, altre sostanze potenzialmente pericolose. Questo insieme di fattori può, quindi, portare a fenomeni di inquinamento che interessano aree limitate, come gli episodi di smog nelle grandi città industriali, o coinvolgono invece l’intero pianeta, come la distruzione dell’ozono stratosferico e i cambiamenti climatici. E’ chiaro quindi che il problema dell’inquinamento atmosferico deve essere affrontato con azioni locali inserite in programmi più ampi che individuino strategie comuni sia a livello regionale che a scala europea e mondiale. Lo studio conclude dicendo: “ La problematica relativa alla qualità dell'aria è estremamente complessa in quanto interagiscono molteplici determinanti e pressioni ed altrettante variabili di stato quali le condizioni termodinamiche dell'atmosfera. (…) Relativamente alle pressioni è possibile notare che il carico inquinante derivante dal comparto produttivo è stato nel corso degli anni consistentemente ridotto sia per la tecnologia di abbattimento installata che per modifiche tecnologiche e di materie prime. Relativamente alle risposte messe in campo sino ad ora è necessario sottolineare la consistente rimozione degli inquinanti emessi dal settore produttivo sia per l'impegno del privato che per lo stimolo del pubblico con protocolli di intesa sul mantenimento dei carichi inquinanti, con il monitoraggio e delle emissioni e delle immissioni con il consistente lavoro sulla riduzione dei volumi di portata e di limiti autorizzati sulle emissioni del comparto ceramico.(...) Pur non potendo condividere completamente ogni considerazione di questo studio, ciò che ci preme sottolineare è che almeno nel distretto modenese ci si è preoccupati di indagare la qualità dell'aria e di trovare delle soluzioni andando ad eliminare e non ad aggiungere. A Gualdo Tadino, come detto, non ci risultano tali approcci scientifici al problema e la realizzazione di un impianto di siffatta natura per produrre energia elettrica e termica non ci sembra affatto la soluzione ai problemi ambientali che questo territorio, pur nel silenzio delle istituzioni, vive da anni. Il fatto che lo consenta la legge non significa che lo imponga e comunque anche legge fornisce alcune precise limitazioni alla loro realizzazione e implica il rispetto di tutta la la normativa in materia ambientale, sanitaria, paesaggistica, urbanistica e così via esattamente come qualsiasi altra tipologia di opera. Il Comitato pro Acqua quindi chiede a tale proposito, alle istituzioni e alle Autorità preposte a garanzia e controllo della salute Pubblica, di considerare gli aspetti di seguito elencati e rigettare tutto ciò che può peggiorare o aggiungere un pericolo alla qualità dell'aria già esistente a cui siamo inevitabilmente esposti: • una verifica sulla qualità dell’aria esistente del territorio di Gualdo Tadino; • il monitoraggio ambientale di polveri ultrafini e nanoparticelle esistenti nel territorio di Gualdo Tadino; • studi epidemiologici; • il computo reale delle fonti di inquinamento disseminate nel territorio gualdese per accertare concretamente il carico di molecole tossiche. Come può tale impianto rispettare pienamente il Dlgs 155/2010 se non è chiaro nemmeno quale sia la qualità dell'aria del territorio gualdese? A riflessione e a giustificazione delle nostre rimostranze e preoccupazioni concludiamo con quanto pubblicato nella LETTERA ENCICLICA -LAUDATO SI’ DEL SANTO PADRE FRANCESCO SULLA CURA DELLA CASA COMUNE (pag18-19):” Esistono forme di inquinamento che colpiscono quotidianamente le persone. L’esposizione agli inquinanti atmosferici produce un ampio spettro di effetti sulla salute, in particolare dei più poveri, e provocano milioni di morti premature. Ci si ammala, per esempio, a causa di inalazioni di elevate quantità di fumo prodotto dai combustibili utilizzati per cucinare o per riscaldarsi. A questo si aggiunge l’inquinamento che colpisce tutti, causato dal trasporto, dai fumi dell’industria, dalle discariche di sostanze che contribuiscono all’acidificazione del suolo e dell’acqua, da fertilizzanti, insetticidi, fungicidi, diserbanti e pesticidi tossici in generale. La tecnologia (come quella alla base di questo impianto ndr) che, legata alla finanza, pretende di essere l’unica soluzione dei problemi, di fatto non è in grado di vedere il mistero delle molteplici relazioni che esistono tra le cose, e per questo a volte risolve un problema creandone altri.” • Approvvigionamento delle biomasse. Questo aspetto rimane un problema non completamente risolto su cui ribadiamo il nostro timore. Se l'approvvigionamento non è garantito con quale altra biomassa si pensa di far funzionare in futuro tale impianto? Ricordiamo che per decreto del 6 luglio 2012 vengono assimilati a biomassa prodotti pericolosi come pneumatici fuori uso, pitture e vernici di scarto, plastica, gomma e altri prodotti derivanti a valle della raccolta differenziata. Inoltre anche il CSS (Combustibile Solido Secondario) può alimentare una centrale a biomassa. • La viabilità locale rispetto al surplus di traffico che magari verrebbe a determinarsi con l’apertura dell'impianto, anche se data la tipologia di impianto sarà ipotizzato in pochi viaggi a settimana anche se non sappiamo quanto realistici una volta in funzione, è in grado di assorbire questo surplus di traffico indotto? Ricordiamo inoltre che “La biomassa deve per normativa essere prelevata entro un raggio di 70 km perché l'attuale sistema incentivante a livello nazionale, privilegia fortemente gli impianti che si approvvigionano da filiera corta (entro 70 km) e gli impianti di piccola e media taglia (<1MW) secondo il DM 2 marzo 2010 (http://www.arpat.toscana.it/notizie/notizie-brevi/2014/biomassa-e-filiera-corta). Aggiungiamo inoltre che: “(...) L’adozione di un mero criterio di distanza geografica per la qualificazione di una filiera come corta appare tuttavia come non sufficiente a coprire la molteplicità di aspetti cui questo concetto rinvia e, nel contempo, pone un problema di coerenza e univocità di parametri per i medesimi materiali. A titolo di esempio si ricorda che, per l’uso di legno in edilizia, il sistema volontario di classificazione dell’efficienza energetica (iniziativa Leadership in Energy and Enviromental Design, LEED®, dello US Green Building Council), adottato anche in Italia, definisce materiali provenienti da filiera corta quelli approvvigionati entro un raggio massimo di 350 km (fino a 1.050 km se il trasporto dei materiali avviene su rotaia o via mare - Gbc-Italia 2012 (http://agriregionieuropa.univpm.it/it/content/article/31/33/linee-guida-la valutazione-sistematica-della-filiera-corta-delle-biomasse). • Riutilizzo parziale dell’energia termica prodotta dall'impianto a beneficio di un’azienda ceramica adiacente. In che modo verrà recuperata l'energia termica nei mesi in cui non serve il riscaldamento? E se l'azienda dovesse malauguratamente incappare in una crisi del settore, che nel nostro territorio non è purtroppo così improbabile, come verrà utilizzata tale energia termica? • Non è ancora chiaro quale esigenza energetica abbia il territorio di Gualdo Tadino per giustificare la realizzazione di tale impianto e in quale piano energetico si andrebbe ad inserire tale impianto; • Potere calorifico del syngas: Rimane invariato malgrado le migliori tecnologie adottabili e presumibilmente non può essere cambiato negli ultimi due anni; • Ricordiamo inoltre il perché le biomasse e il biogas non sono fonti rinnovabili attraverso le parole del prof. G. Tamino: “Si può parlare di fonti rinnovabili solo se nel territorio di origine e nel tempo di utilizzo quanto consumato si ripristina.”; • Nel momento in cui dovesse essere dismesso l'impianto è stato certificato chi e come risarcirà il danno? • Un fatto certo è che la cogenerazione può contare su incentivi e agevolazioni (www.tekno.it). Come cittadini non troviamo nella realizzazione per iniziativa privata di questo Impianto di gassificazione alimentato a cippato di legna della potenza nominale di 200 Kwe, oggi come due anni fa, nessun vantaggio per la collettività a partire da quello fondamentale e cioè ambientale che anzi, già solo in premessa e senza impianto in funzione, è già ampiamente e concretamente dimostrabile rappresentare un pericolo piuttosto che una soluzione. Il Comitato pro Acqua Gualdo pertanto ritiene di esprimere un parere assolutamente sfavorevole alla realizzazione di questo impianto ritenendolo non solo inutile ma pure dannoso per la collettività tutta! I cittadini del COMITATO PRO ACQUA GUALDO

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