A seguito della presentazione, nel mese di Febbraio 2016, del progetto per la realizzazione di un
Impianto di gassificazione alimentato a cippato di legna della potenza nominale di 200 Kwe dalla
ditta Demetra Energia srl, il Comitato pro Acqua Gualdo intende, con la presente, avanzare le
proprie osservazioni:
1. il Comitato pro Acqua Gualdo condivide quanto pubblicato in questi giorni da altre realtà di
Gualdo Tadino (www.allegracombriccola.net e www.gualdonews.it) in merito all'impianto in
oggetto, poiché ciò è in linea con quanto già espresso in sede di Conferenza dei Servizi del
12 maggio 2014 in cui venne richiesta una revisione e miglioramento del progetto che a
quanto pare non è avvenuto;
2. il Comitato pro Acqua Gualdo aggiunge alcune altre precisazioni di seguito elencate:
• Le emissioni in atmosfera prodotte da tale impianto - Non è chiaro quale sia la
qualità dell'aria nel territorio del Comune di Gualdo Tadino che tale impianto di
gassificazione andrebbe a migliorare, perché non ci sono dati relativi a monitoraggi
della qualità dell'aria malgrado la presenza di industrie impattanti come quella della
ceramica. Non sono stati effettuati a quanto sembra nemmeno negli ultimi due anni
monitoraggi della qualità dell'aria, per avere almeno un'idea certa di quali migliorie
porterebbe un impianto con tali emissioni piuttosto che fare considerazioni e
supposizioni generiche e aleatorie. La correlazione tra salute ed ambiente è stretta e
malgrado ciò mancano studi epidemiologici che correlino le tipologie e il numero di
neoplasie nel nostro territorio con la presenza di inquinanti, e comunque non sembra
consigliato in nessun protocollo la realizzazione di impianti a biomasse come via per
migliorare la qualità dell'aria probabilmente compromessa dalle industrie del
comparto della ceramica come nel nostro territorio.
Riportiamo di seguito le parole di uno studio condotto dalla provincia di Modena alcuni anni fa
(http://www.provincia.modena.it/servizi/ambiente/bilancio_ambientale_distretto_ceramico/DATA
/aria/INQUINAMENTO%20DELL'ARIA.html): “La maggior parte delle attività umane
comporta la continua immissione di sostanze inquinanti nell’atmosfera. Il destino di queste
sostanze è governato da molteplici fattori, tra cui le caratteristiche fisiche degli strati d’aria
sovrastanti che ne determinano la diffusione, i processi di rimozione che ne influenzano il tempo di
permanenza in atmosfera, le trasformazioni chimiche che creano, a loro volta, altre sostanze
potenzialmente pericolose.
Questo insieme di fattori può, quindi, portare a fenomeni di inquinamento che interessano aree
limitate, come gli episodi di smog nelle grandi città industriali, o coinvolgono invece l’intero
pianeta, come la distruzione dell’ozono stratosferico e i cambiamenti climatici.
E’ chiaro quindi che il problema dell’inquinamento atmosferico deve essere affrontato con
azioni locali inserite in programmi più ampi che individuino strategie comuni sia a livello
regionale che a scala europea e mondiale.
Lo studio conclude dicendo: “
La problematica relativa alla qualità dell'aria è estremamente complessa in quanto interagiscono
molteplici determinanti e pressioni ed altrettante variabili di stato quali le condizioni
termodinamiche dell'atmosfera. (…) Relativamente alle pressioni è possibile notare che il carico
inquinante derivante dal comparto produttivo è stato nel corso degli anni consistentemente ridotto
sia per la tecnologia di abbattimento installata che per modifiche tecnologiche e di materie prime.
Relativamente alle risposte messe in campo sino ad ora è necessario sottolineare la consistente
rimozione degli inquinanti emessi dal settore produttivo sia per l'impegno del privato che per lo
stimolo del pubblico con protocolli di intesa sul mantenimento dei carichi inquinanti, con il
monitoraggio e delle emissioni e delle immissioni con il consistente lavoro sulla riduzione dei
volumi di portata e di limiti autorizzati sulle emissioni del comparto ceramico.(...)
Pur non potendo condividere completamente ogni considerazione di questo studio, ciò che ci preme
sottolineare è che almeno nel distretto modenese ci si è preoccupati di indagare la qualità dell'aria e
di trovare delle soluzioni andando ad eliminare e non ad aggiungere. A Gualdo Tadino, come detto,
non ci risultano tali approcci scientifici al problema e la realizzazione di un impianto di siffatta
natura per produrre energia elettrica e termica non ci sembra affatto la soluzione ai problemi
ambientali che questo territorio, pur nel silenzio delle istituzioni, vive da anni. Il fatto che lo
consenta la legge non significa che lo imponga e comunque anche legge fornisce alcune precise
limitazioni alla loro realizzazione e implica il rispetto di tutta la la normativa in materia ambientale,
sanitaria, paesaggistica, urbanistica e così via esattamente come qualsiasi altra tipologia di opera.
Il Comitato pro Acqua quindi chiede a tale proposito, alle istituzioni e alle Autorità preposte a
garanzia e controllo della salute Pubblica, di considerare gli aspetti di seguito elencati e rigettare
tutto ciò che può peggiorare o aggiungere un pericolo alla qualità dell'aria già esistente a cui siamo
inevitabilmente esposti:
• una verifica sulla qualità dell’aria esistente del territorio di Gualdo Tadino;
• il monitoraggio ambientale di polveri ultrafini e nanoparticelle esistenti nel territorio di
Gualdo Tadino;
• studi epidemiologici;
• il computo reale delle fonti di inquinamento disseminate nel territorio gualdese per accertare
concretamente il carico di molecole tossiche.
Come può tale impianto rispettare pienamente il Dlgs 155/2010 se non è chiaro nemmeno quale sia
la qualità dell'aria del territorio gualdese?
A riflessione e a giustificazione delle nostre rimostranze e preoccupazioni concludiamo con quanto
pubblicato nella LETTERA ENCICLICA -LAUDATO SI’ DEL SANTO PADRE FRANCESCO
SULLA CURA DELLA CASA COMUNE (pag18-19):” Esistono forme di inquinamento che
colpiscono quotidianamente le persone. L’esposizione agli inquinanti atmosferici produce un ampio
spettro di effetti sulla salute, in particolare dei più poveri, e provocano milioni di morti premature.
Ci si ammala, per esempio, a causa di inalazioni di elevate quantità di fumo prodotto dai
combustibili utilizzati per cucinare o per riscaldarsi. A questo si aggiunge l’inquinamento che
colpisce tutti, causato dal trasporto, dai fumi dell’industria, dalle discariche di sostanze che
contribuiscono all’acidificazione del suolo e dell’acqua, da fertilizzanti, insetticidi, fungicidi,
diserbanti e pesticidi tossici in generale. La tecnologia (come quella alla base di questo impianto
ndr) che, legata alla finanza, pretende di essere l’unica soluzione dei problemi, di fatto non è in
grado di vedere il mistero delle molteplici relazioni che esistono tra le cose, e per questo a volte
risolve un problema creandone altri.”
• Approvvigionamento delle biomasse. Questo aspetto rimane un problema non
completamente risolto su cui ribadiamo il nostro timore. Se l'approvvigionamento
non è garantito con quale altra biomassa si pensa di far funzionare in futuro tale
impianto? Ricordiamo che per decreto del 6 luglio 2012 vengono assimilati a
biomassa prodotti pericolosi come pneumatici fuori uso, pitture e vernici di scarto,
plastica, gomma e altri prodotti derivanti a valle della raccolta differenziata. Inoltre
anche il CSS (Combustibile Solido Secondario) può alimentare una centrale a
biomassa.
• La viabilità locale rispetto al surplus di traffico che magari verrebbe a determinarsi
con l’apertura dell'impianto, anche se data la tipologia di impianto sarà ipotizzato in
pochi viaggi a settimana anche se non sappiamo quanto realistici una volta in
funzione, è in grado di assorbire questo surplus di traffico indotto? Ricordiamo
inoltre che “La biomassa deve per normativa essere prelevata entro un raggio di 70
km perché l'attuale sistema incentivante a livello nazionale, privilegia fortemente gli
impianti che si approvvigionano da filiera corta (entro 70 km) e gli impianti di
piccola e media taglia (<1MW) secondo il DM 2 marzo 2010
(http://www.arpat.toscana.it/notizie/notizie-brevi/2014/biomassa-e-filiera-corta).
Aggiungiamo inoltre che: “(...) L’adozione di un mero criterio di distanza geografica
per la qualificazione di una filiera come corta appare tuttavia come non sufficiente a
coprire la molteplicità di aspetti cui questo concetto rinvia e, nel contempo, pone un
problema di coerenza e univocità di parametri per i medesimi materiali. A titolo di
esempio si ricorda che, per l’uso di legno in edilizia, il sistema volontario di
classificazione dell’efficienza energetica (iniziativa Leadership in Energy and
Enviromental Design, LEED®, dello US Green Building Council), adottato anche in
Italia, definisce materiali provenienti da filiera corta quelli approvvigionati entro un
raggio massimo di 350 km (fino a 1.050 km se il trasporto dei materiali avviene su
rotaia o via mare - Gbc-Italia 2012
(http://agriregionieuropa.univpm.it/it/content/article/31/33/linee-guida-la
valutazione-sistematica-della-filiera-corta-delle-biomasse).
• Riutilizzo parziale dell’energia termica prodotta dall'impianto a beneficio di
un’azienda ceramica adiacente. In che modo verrà recuperata l'energia termica nei
mesi in cui non serve il riscaldamento? E se l'azienda dovesse malauguratamente
incappare in una crisi del settore, che nel nostro territorio non è purtroppo così
improbabile, come verrà utilizzata tale energia termica?
• Non è ancora chiaro quale esigenza energetica abbia il territorio di Gualdo Tadino
per giustificare la realizzazione di tale impianto e in quale piano energetico si
andrebbe ad inserire tale impianto;
• Potere calorifico del syngas: Rimane invariato malgrado le migliori tecnologie
adottabili e presumibilmente non può essere cambiato negli ultimi due anni;
• Ricordiamo inoltre il perché le biomasse e il biogas non sono fonti rinnovabili
attraverso le parole del prof. G. Tamino: “Si può parlare di fonti rinnovabili solo se
nel territorio di origine e nel tempo di utilizzo quanto consumato si ripristina.”;
• Nel momento in cui dovesse essere dismesso l'impianto è stato certificato chi e come
risarcirà il danno?
• Un fatto certo è che la cogenerazione può contare su incentivi e agevolazioni
(www.tekno.it).
Come cittadini non troviamo nella realizzazione per iniziativa privata di questo Impianto di
gassificazione alimentato a cippato di legna della potenza nominale di 200 Kwe, oggi come due
anni fa, nessun vantaggio per la collettività a partire da quello fondamentale e cioè ambientale che
anzi, già solo in premessa e senza impianto in funzione, è già ampiamente e concretamente
dimostrabile rappresentare un pericolo piuttosto che una soluzione. Il Comitato pro Acqua Gualdo
pertanto ritiene di esprimere un parere assolutamente sfavorevole alla realizzazione di questo
impianto ritenendolo non solo inutile ma pure dannoso per la collettività tutta!
I cittadini del
COMITATO PRO ACQUA GUALDO