venerdì 27 febbraio 2009

RIFLESSIONI SULLA PROPOSTA DI “LEGGE REGIONALE SULLE ACQUE MINERALI” PRESENTATA IN CONSIGLIO COMUNALE DALLA MINORANZA.

Come comitato cittadino, sempre dichiaratosi apartitico, inizialmente abbiamo pensato di non esprimere opinioni sull’argomento in piena ed infuocata campagna elettorale.
Ma dopo la presentazione in consiglio comunale del documento e gli sviluppi dell’intera vicenda ci sembra un atto doveroso il rendere pubbliche le nostre riflessioni.
Innanzitutto la proposta, anche se fosse stata accolta in consiglio comunale, arriva in maniera assolutamente tardiva in quanto la Giunta Regionale ha approvato la nuova legge relativa alle “Norme per la ricerca, la coltivazione e l’utilizzo delle acque minerali naturali, di sorgente e termali” il 16/12/2008 e i giochi sono oramai conclusi purtroppo.
La nuova legge accorpa e riordina la vigente normativa delle acque minerali e termali abrogando due vecchie leggi ( 48/1984 e 48/1987).
Anche nell’assurda ipotesi in cui la proposta fosse arrivata al tavolo della regione in tempo va comunque detto che i due elementi innovativi rispetto alla Legge regionale, cioè l’aumento delle ricadute economiche sul territorio interessato alla concessione piuttosto che nelle casse della regione e il rilascio della concessione da parte del comune anzichè la Regione, non sarebbero mai stati retroattivi. Cosa vuol dire questo in termini concreti? Che sulla attuale concessione Rocchetta, in scadenza nell’anno 2022, non avrebbe potuto incidere in alcun modo. Quindi, a meno che nuovi e vecchi schieramenti politici gualdesi non vogliano aprire la strada a nuovi prelievi per acqua minerale verso cui fino ad oggi si sono dichiarati contrari, la proposta di legge non avrebbe potuto cambiare l’attuale stato di cose almeno fino al 2022!
Se ci fosse stata la reale intenzione di partecipare direttamente al nuovo disegno regionale con un po’ più di impegno si poteva, prima del 16 Dicembre 2008, essere di esempio per tutti i Comuni dell’Umbria, magari anche se lo si sarebbe ritenuto opportuno, con l’aiuto del nostro Comitato.
La Regione ha approvato un provvedimento che non ha voluto in alcun modo prevedere norme restrittive per il rilascio di nuovi permessi e la valutazione dell’impatto ambientale per i progetti di prelievo e captazione con l’eventuale concorso anche di associazioni e comitati locali.
Dalla città in cui è prelevato il 42% dell’acqua minerale della Regione, in cui un fiume intero non esiste più (il Feo) a seguito di un forte sfruttamento della ricorsa idrica e in cui tutta la popolazione ha più volte vissuto forti disagi per la carenza di acqua, ci aspettavamo un’azione concreta e decisa a tutela dell’acqua innanzitutto, dell’ambiente svilito dallo sfruttamento idrico e dei gualdesi da parte di tutte le forze politiche,maggioranza e opposizione!
Invece alla maggior parte dei nostri amministratori il problema non e’ interessato affatto, come se si vivesse in un altro mondo e non fosse argomento su’ cui far sentire la propia chiara opinione in regione e pertanto secondo noi la proposta di legge oggetto del comunicato si e’ rilevata,oltre che fuori tempo massimo, anche insufficiente ed inadeguata.


Il direttivo del Comitato Pro Acqua Gualdo

2 commenti:

Anonimo ha detto...

nun serve a un cazzo

Anonimo ha detto...

il nun serve a un cazzo, a scanzo di equivoci, era riferito alla proposta di legge presentata in consiglio comunale dalla minoranza. te capi! siete grandi continuate così. Evviva i comitati

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